Aperta la via all’eutanasia passiva: in Italia si morirà di fame e di sete

sentenza

Sono iniziate nella giornata di ieri in Senato le discussioni sul ddl che regola il “Fine Vita”. Una norma che, secondo Massimo Gandolfini, portavoce del “Comitato Difendiamo i Nostri Figli”, apre a forme di eutanasia omissiva e porterebbe all’eutanasia passiva cioè la morte per fame e per sete del paziente.

Il ddl sul Fine Vita è diventato una delle priorità del nostro governo. Un accordo sembra ancora lontano, ma attraverso la voce di Massimo Gandolfini, medico neurochirurgo e portavoce del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, proviamo a fare chiarezza sulla vera essenza di questa legge.

Il leader del Family Day, ha spiegato che questo testamento biologico apre a forme di eutanasia omissiva perfino per quei pazienti stabilizzati che non sono in una fase terminale della malattia. Condanna il medico ad essere il mero esecutore di volontà che egli può non condividere, ma soprattutto introduce il concetto che idratazione e alimentazione siano terapie come le altre, che la struttura sanitaria deve interrompere immediatamente su richiesta del malato.

In pratica sarà introdotta nell’ordinamento italiano una forma dolorosa di eutanasia passiva, ovvero la morte per fame e per sete. Il personale medico non potrà scegliere in scienza e coscienza, sarà rotto il rapporto di fiducia con il paziente. Tutto questo sarà imposto senza nemmeno prevedere l’obiezione di coscienza per le strutture di carattere religioso che saranno tenute a trovare medici e infermieri disposti a staccare il sondino nasogastrico.

Gandolfini ha definito altrettanto “vergognosa” la strumentalizzazione delle parole del Papa contro l’accanimento terapeutico, adoperata dalla sinistra in campagna elettorale, in primis dal segretario del Pd Matteo Renzi, per velocizzare l’iter della legge. Il leader del Family Day si è rivolto quindi alla coscienza dei parlamentari, sia laici sia cattolici, invitando questi ultimi a rileggere con onestà intellettuale le parole del Santo Padre che confermano la rigorosa condanna della Chiesa dell’accanimento terapeutico tanto quanto di ogni deriva eutanasica a cui il ddl sulle DAT innegabilmente apre la strada anche in Italia.

Per leggere interamente il Comunicato del Comitato clicca QUI




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