12 dicembre 2017

12 Dicembre 2017

Antidoto contro lo sconforto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,12-14)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?
In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

Il commento

Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?” (18,12). Tutto il capitolo diciotto di Matteo descrive lo stile che deve acquisire la comunità ecclesiale. L’evangelista invita a diventare piccoli (18, 1-4) e a non scandalizzare i più piccoli (18, 6-9). La parabola parla a quanti hanno la responsabilità della comunità, li invita ad avere una particolare cura per coloro che sono ancora deboli nella fede, si stancano più facilmente di camminare, sono maggiormente influenzabili dagli eventi dolorosi, si scoraggiano dinanzi alle impreviste difficoltà. I piccoli rischiano di fermarsi o di compiere scelte che li allontanano dalla via del Vangelo. A tutti i pastori, di ieri e di oggi, a tutti coloro che hanno una responsabilità educativa, Matteo chiede di prendere come modello Gesù, il Buon Pastore. Egli non guarda con indifferenza ma segue con amore, non abbandona ciascuno al suo destino ma interviene con decisione per riportare la pecora all’ovile. Non costringe nessuno a seguirlo ma la sua ricerca appassionata svela un amore gratuito che affascina e convince. Questa parabola parla anzitutto di Dio, mostra il volto di un Dio che si prende cura dell’uomo. Benedetto XVI sottolinea che l’immagine del pastore che cerca ansiosamente la pecora smarrita ci permette di intravedere il mistero dell’incarnazione: il Figlio di Dio non può tollerare che l’umanità vada alla deriva, per questo “abbandona la gloria del cielo, per ritrovare la pecorella e inseguirla, fin sulla croce. La carica sulle sue spalle, porta la nostra umanità, porta noi stessi – Egli è il buon pastore, che offre la sua vita per le pecore” (Omelia, 24 aprile 2005).

La pecora è immagine sempre attuale dell’umanità che ha smarrito la via della gioia e rischia di cadere nella più cieca disperazione. Il Vangelo rappresenta il miglior antidoto contro quello sconforto che talvolta mette piede nelle nostre comunità. Dio non abbandona nessuno e chiede a noi di fare altrettanto.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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