13 dicembre 2017

13 Dicembre 2017

Non puoi farcela

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,28-30)
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Il commento

Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi” (11, 28). Queste parole fanno pensare in primo luogo a coloro che vivono particolari situazioni di sofferenza: persone soffocate dal dolore o dalla povertà o costrette a portare pesi più grandi di loro o che subiscono una forte emarginazione sociale. E non dimentichiamo quelli che sperimentano una delusione che soffoca ogni speranza; e quelli che bussano inutilmente alla porta dell’amore… Queste parole toccano anche la dimensione religiosa, sono rivolte anche ai discepoli che vivono con fatica l’esperienza della fede e ai pastori che sentono il peso della responsabilità. Gesù si rivolge a coloro che s’impegnano per il Regno, a coloro che non ce la fanno e hanno la tentazione di scegliere vie più comode o addirittura di rinunciare, a quelli che sono delusi per aver raccolto poco o nulla. A tutti dice: “Venite a me”. All’inizio del suo ministero Gesù chiama i discepoli con queste parole: “Venite dietro a me” (4,19), in greco deûte opíso mou. Nel Vangelo che oggi proclamiamo nella liturgia risuona lo stesso invito ma in una forma che sottolinea l’intimità della relazione: “Venite a me”, letteralmente “venite presso di me”, in greco deûte prós me. Tra il primo e il secondo invito c’è un’evidente continuità. Chi accoglie la sfida del Vangelo entra progressivamente in una sempre maggiore confidenza con il Signore Gesù. Queste parole da una parte manifestano il desiderio di condividere la nostra fatica e dall’altra contengono un preciso ammonimento. Come se Gesù dicesse a ciascuno: “non pensare di vincere la stanchezza con le tue forze, non andare a bussare ad altre porte, vieni presso di me, io solo posso custodire l’entusiasmo iniziale e donarti nuove energie per riprendere il cammino”. Chi pensa di farcela da solo, chi non chiede umilmente la grazia, rischia di cadere sotto il peso della fatica. Chi invece accoglie l’invito e si ferma presso Gesù sperimenta la consolazione che Dio dona ai suoi figli e riceve lo Spirito che rinnova e fortifica. È questa la fede che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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