15 dicembre 2017

15 Dicembre 2017

Le sorprese di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,16-19)
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: È indemoniato. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

Il commento

È venuto Giovanni e viene considerato un indemoniato, è venuto Gesù e viene considerato un mangione e un beone” (11,18-19). Gesù prende spesso spunto da un fatto di vita quotidiana per ricordare che Dio viene in modo imprevisto e non sempre siamo in grado di riconoscere la sua parola. La gente si arroga il diritto di giudicare gli inviati di Dio, invece di lasciarsi giudicare dalle loro parole. È pur vero che Dio ha il vizio di non ripetersi, dice parole sempre nuove, apre nuovi orizzonti. Ma proprio per questo dobbiamo essere più vigilanti. Siamo abituati a pensare a partire da quello che già sappiamo, siamo abituati a programmare, avendo come coordinate quello che già conosciamo, ma Dio è una continua sorpresa, Lui non si limita a ripetere ma dà una forma nuova anche alle parole antiche. La storia d’Israele è segnata da un desiderio di pienezza che diventa supplica e attesa. I profeti annunciano la fedeltà di Dio. E finalmente tutto si compie ma … in modo così sorprendente da suscitare non pochi dubbi. In effetti, nessuno avrebbe mai potuto pensare che Dio stesso potesse venire in questa storia, uomo tra gli uomini, vestito di carne.

Per non restare chiusi nel già dato ed aprirci alle novità di Dio, non basta la vigilanza interiore, occorre anche coltivare una maggiore umiltà. È veramente umile chi non si stanca di cercare e capire quello che Dio vuole, colui che si lascia mettere in discussione non per il gusto di cambiare ma per corrispondere sempre più e sempre meglio alla volontà di Dio. Oggi chiediamo la grazia di acquisire quella libertà del cuore che ci permette di essere più distaccati dalla nostra volontà e di accogliere con amore anche quelle parole che contrastano con i nostri progetti. “La verità vi farà liberi”, dice Gesù (Gv 8,32). Ma possiamo anche aggiungere: “l’umiltà vi farà liberi”. Solo chi è umile si apre alla verità senza pregiudizi di sorta e accoglie quella parola che Dio dona attraverso i fratelli. Lasciamoci correggere senza opporre resistenza. E troveremo quella pace che è il nostro più grande tesoro.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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