16 dicembre 2017

16 Dicembre 2017

Il mondo è in fiamme

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 17,10-13)
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

Il commento

Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto” (17,12). La trasfigurazione ha rischiarato il cuore dei discepoli, mentre scendono dal monte essi pongono domande per capire i tempi della Rivelazione (17,10). Il contesto dona alle parole di Gesù una particolare forza. Facciamo un passo indietro. Quando parla del Messia, il Battista lo presenta come uno che agisce con l’autorità di Dio: “Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile” (Mt 3,12). Annuncia un Dio che viene per giudicare. E tuttavia, la sua vita umile e povera, priva di potere, offre immagine di Dio assai diversa da quello che Israele attendeva, un Dio che si presenta nell’umiltà della condizione umana. Ai nostri occhi, la sua morte umiliante, che sigilla la testimonianza profetica, è un autentico annuncio del Messia sofferente. Agli occhi degli altri, invece, proprio quella morte è la prova provata che il Battista non agiva in nome e con la potenza di Dio. Non è questo il profeta che Israele attendeva. Per questo non solo non lo hanno riconosciuto ma “hanno fatto di lui quello che hanno voluto” (17,12). Dietro queste parole non intravediamo solo la sorte drammatica del profeta ma anche l’avventura storica della Chiesa. I profeti di Dio non godono di una speciale protezione. Anzi, più degli altri sono esposti alle intemperie della storia. “Tutto il mondo è in fiamme. Gli uomini vogliono di nuovo condannare Gesù e cercano in mille modi di distruggere la sua Chiesa”, scriveva Teresa d’Avila nel XVI secolo (Cammino, 1,3). In fondo, è questa la vicenda della Chiesa in ogni stagione della storia. La Chiesa ha certamente dei mezzi e se ne serve per la sua missione ma non ha alcun potere se non quello di amare e servire. Siamo pronti a condividere la vicenda umana di Gesù, siamo disposti a soffrire con Lui e per Lui? Non possiamo sapere in anticipo quanto e come Dio verrà. Possiamo soltanto chiedere la grazia di seguirlo ogni giorno attraverso i vicoli stretti della vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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