22 dicembre 2017

22 Dicembre 2017

Le parole, eco della Parola

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,46-55)
In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Il commento

Allora Maria disse: L’anima mia magnifica il Signore…” (1,46). Maria entra nella casa di Zaccaria con umana trepidazione, ed è ben comprensibile: ella porta con sé un segreto difficile da comunicare e impossibile da comprendere. Ma il dialogo con Elisabetta la ricolma di gioia e scioglie ogni dubbio: illuminata dallo Spirito, Elisabetta rende gloria a Dio per il frutto che porta nel grembo (1,42) e la saluta come “madre del Signore” (1,43). Queste parole sono per Maria una dolce consolazione. Ella accoglie le parole di Elisabetta come una nuova conferma della vocazione che ha ricevuto, un’eco dell’eterna Parola che attraversa i secoli. Da questa coscienza di fede sgorga il suo canto di lode. Il Magnificat nasce nel contesto di un’amicizia rivestita di grazia, è frutto di un dialogo in cui ciascuno aiuta l’altro a volgere lo sguardo a Dio. La Vergine non parla ad Elisabetta ma trae dal dialogo con lei lo slancio per cantare le meraviglie di Dio. In altri ambienti non avrebbe avuto la stessa interiore libertà per raccontare ciò che l’Altissimo aveva operato in lei. La vera amicizia non si consuma solo nei sentieri di una relazione orizzontale in cui ciascuno si sforza di comprendere l’altro; ma dona ad entrambi una nuova e perseverante capacità di inerpicarsi per gli impervi sentieri che conducono verso la santa montagna. Gli amici di Dio parlano di quel che nessuno conosce, sognano insieme la terra promessa che non hanno ancora visto, si confortano vicendevolmente nella fatica del cammino e si aiutano a restare fedeli quando la strada si fa più stretta e più stanco appare il passo. Questo itinerario è possibile solo se entrambi volgono lo sguardo a Dio e da Lui traggono le parole che ciascuno comunica all’altro. Oggi chiediamo la grazia di vivere l’amicizia non come una stampella per vincere la solitudine ma come un legame che aiuta a trovare e a dire le parole della fede. Un’amicizia che trova in Dio la sua sorgente e la sua meta. Quest’amicizia riguarda tutti, sposi e consacrati.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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