Separazione

Genitori nonostante la separazione…

genitori, separazione

di Carolina Rossi, psicologa e psicoterapeuta

La separazione di una coppia non è mai un evento indolore, né per i genitori nè per i figli che pagano spesso il prezzo più alto. Come accompagnarli? Come allontanare da loro il senso di abbandono e di colpa?

Alessandro e Teresa si sono separati circa 4 anni fa quando Teresa ha scoperto che suo marito aveva una relazione extra-coniugale con un’altra donna. Il dolore di accettare questa situazione e la difficoltà a comunicare tra loro che ne è sopravvenuta hanno compromesso profondamente la tranquillità emotiva di Alessia e Giacomo, i loro bambini di 8 e 2 anni. Così, mentre Alessia ha inizialmente cercato di riunire mamma e papà e ora del papà, purtroppo, non ne vuole più sapere niente, Giacomo soffre profondamente il vuoto paterno e a 6 anni si ritrova già a vivere forti attacchi di ansia. Ha dovuto “fare il sintomo” per poter arrivare ad esprimere alla mamma e al mondo intero la sua fame di papà. Sicuramente ha sentito di fare un torto a mamma nel farle capire che del papà ha proprio bisogno!

La separazione di una coppia non è mai un evento indolore, non lo è per i partner, anche se tante volte da almeno uno dei due è voluta con molta forza ma soprattutto non è indolore per i figli. Se è vero che già ordinariamente in una famiglia spesso la dimensione coniugale viene confusa con quella genitoriale, nelle crisi separative ancor di più il livello di coppia e il livello genitoriale rischiano di diventare un tutt’uno. La rottura di un nucleo familiare difficilmente viene affrontata in modo consapevole e competente! Purtroppo nella stragrande maggioranza dei casi miete sconvolgimento nella vita di ciascuno degli interessati ma soprattutto produce senso di impotenza, rabbia e dolore nel cuore dei bambini. Proprio i figli sono quelli che hanno maggiore difficoltà ad assimilare questa transizione: si smonta il progetto familiare e ciascuno dei due partner necessita di dover rivedere il proprio progetto di vita senza l’altro a fianco. La destabilizzazione che ne consegue fa sì che ciascuno, figli compresi, provi, nel marasma delle tumultuose emozioni, a cercare un nuovo equilibrio. Sempre di più è chiaro anche alla comunità scientifica che studia il fenomeno separativo e i risvolti che ne discendono, che a pagarne maggiormente le pene sono i bambini non già e non solo per la separazione in sé, ma anche e soprattutto per come la separazione avviene. Per il grado di conflittualità che comporta, per la difficoltà dei genitori a considerare i propri bambini come figli che continuano ad avere gli stessi bisogni di prima e soprattutto come figli che vivono un momento particolarmente traumatico, occorre comprendere come gestirlo.

Qualcuno potrebbe obiettare che in fondo i bambini già prima vivevano in una tranquillità non piena legata ad una conflittualità o una distanza emotiva nella coppia dei genitori. Questo è sicuramente vero ma ad ogni modo vogliamo qui sottolineare quanto sia delicata questa fase per i piccoli e che occorre necessariamente avere delle attenzioni importanti. Il porto sicuro familiare quando è minato produce nel bambino ansia ed insicurezza.

I più piccoli probabilmente reagiranno con crisi di pianto, stato d’animo irritabile, cambiamenti nelle abitudini alimentari o anche del sonno e vivranno emozioni come la rabbia, l’ira, la tristezza …troppe volte osservate anche nelle dinamiche relazionali tra la mamma e il papà. I bambini un po’ più grandi invece rischieranno di continuare a nutrire l’illusione che i genitori possano tornare insieme. Avendo infatti maggiore capacità empatica, potranno anche illudersi di pensare di poter fare qualcosa per riunire la coppia, trovando la compiacenza del genitore più fragile che è quello che magari non ha preso direttamente la decisione. Altri ragazzini potranno apparire distanti e forti. In questi casi, quasi sicuramente non si stanno concedendo il permesso di esprimere i propri sentimenti per evitare di preoccupare eccessivamente i genitori, già presi dalle loro beghe relazionali.

Quando poi la separazione arriva nella fase adolescenziale dei figli, alla ricerca della propria identità, fare i conti con la separazione non è cosa semplice. L’adolescente non sempre ha un gruppo di amici sufficientemente adeguato a supportarlo ed ha certamente ancora bisogno di fare ritorno nel porto sicuro per poter esplorare il mondo con serenità. Dunque rischia di vedere amplificata la propria insicurezza e di non trovare spazi per poter esprimere le proprie emozioni in modo adeguato.

Non avere più entrambi i genitori sotto lo stesso tetto, cambiare casa e a volte quartiere, scuola, vivere difficoltà economiche prima non sperimentate… tutto davvero non semplice per le giovani vite!

Cosa suggeriamo ai genitori per aiutare i propri figli in questa fase?

  1. È fondamentale non trascurare i bambini e distinguere il livello di coppia da quello genitoriale. Il bambino teme profondamente l’abbandono. Durante il suo sviluppo cerca di interiorizzare sicurezza, così nel momento in cui proprio questa viene meno, la sensazione di abbandono che si concretizza perché uno dei due genitori necessariamente lascia la casa familiare, amplifica fortemente il senso di perdita. Si rischia addirittura un’inversione dei ruoli, dove il bambino si sente chiamato a comprendere i bisogni dell’adulto.
  2. Il bambino ha bisogno di sentire che può accedere liberamente ad entrambi i genitori, senza essere influenzato dalla rabbia che i genitori provano reciprocamente. Dunque è fondamentale che nessuno dei due genitori parli male dell’altro al bambino o ad altre persone in sua presenza.
  3. Ogni bambino ha bisogno di sapere cosa sta chiaramente succedendo alla propria famiglia. Ha bisogno di comprendere e sarebbe auspicabile che entrambi i genitori potessero comunicare, in un clima di collaborazione, la decisione presa, così da rassicurare il bambino, cercando di allontanare il senso di abbandono. Così anche l’appropriatezza del linguaggio e la fermezza aiuteranno il bambino a non nutrire false speranze.
  4. Molto spesso quando ai grandi accadono delle cose brutte, il bambino è portato a sentirsi in colpa. È fondamentale nel momento in cui si comunica la separazione far comprendere al bambino che non è colpa sua e che nessun comportamento suo l’ha generata e che dunque non ha responsabilità. Cerchiamo di aiutarlo a comprendere che anche abitando sotto tetti diversi, entrambi continueremo ad amarlo alla stessa maniera.
  5. La notizia della separazione sconvolge il bambino. Egli potrà avere, dunque, la necessità di fare delle domande o di approfondire. Gli adulti pur tenendo fede al rispetto di ciò che il bambino è pronto a ricevere, dovranno essere attenti a non mentire al bambino. I bambini percepiscono e ci leggono molto più di quanto noi immaginiamo. Sono capacissimi di farsi piccoli investigatori e si attiveranno sempre di più quanto più sentiranno che il genitore ha omesso qualcosa.
  6. Come nella ordinaria quotidianità qualunque evento, bello o brutto che sia, produce nel bambino delle risposte emotive. È bene sapere che inibirne l’espressione non è assolutamente funzionale! Dunque, in un tempo di grande criticità, ai genitori è richiesta la competenza di accogliere il disorientamento e la confusione del bambino e di usare pazienza perché il bambino possa esprimere liberamente tristezza, preoccupazione, rabbia e delusione, ma anche e soprattutto la vergogna, emozione troppo spesso trascurata nei più piccoli. Altresì è anche fondamentale che i ritmi di vita e le abitudini del bambino non vengano eccessivamente sconvolte. Anzi, perché il bambino possa avere spazi di distrazione, sarà bene pensare ad attività da svolgere con lui che possano permettergli di sentirsi accompagnato e sostenuto ancora di più, in questo faticoso tempo di cambiamento.



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