8 gennaio 2018

8 Gennaio 2018

La prima parola

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,14-20)
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Il commento

Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo” (1,15). Risuonano oggi, con la stessa freschezza delle origini, quelle parole antiche che Gesù usò agli inizi del suo ministero. Gli evangelisti le hanno custodite con cura, sono parole che Gesù ha detto certamente molte volte, nei diversi luoghi in cui si recava. È questo il kérigma, la sintesi dell’annuncio profetico che Gesù comunica ai suoi contemporanei, una parola rivolta a tutti, come il seme di cui parlerà lui stesso nella parabola del seminatore (Mt 13,3-9). La sintesi di questa iniziale predicazione riporta quattro verbi, due sono riferiti all’azione di Dio (già compiuta) e due chiamano in causa l’azione dell’uomo (ancora da compiere). L’iniziativa viene sempre da Dio, la sua opera precede quella dell’uomo ma senza la libera e consapevole risposta dell’uomo la Parola non si compie, resta come sospesa in cielo. Per questo tutto inizia con un forte appello alla conversione. L’evangelista usa due verbi: “convertitevi e credete”. Con il primo invita a cambiare radicalmente modo di pensare. Con il secondo chiede di accogliere il Vangelo, cioè quella Parola che Lui stesso annuncia. L’invito alla conversione precede quello della fede, la prima parola che Dio dona all’uomo è proprio questa: “convertitevi”. Il verbo metanoéō significa cambiare idea. La prima parola è un pugno nello stomaco! Dio entra nella vita dell’uomo con l’autorità di chi pretende di insegnare la strada. Prima ancora di tracciare la strada, Gesù invita l’uomo a riconoscere di aver sbagliato strada. Evidentemente quello che sta per dire è molto diverso da quello che l’uomo è abituato a fare. “Convertitevi” significa: non pensate di poter trovare da soli la strada che conduce alla gioia, lasciatevi guidare, come bambini che non sanno nulla.

Padre Santo, dona anche a noi, come ai primi discepoli, di accogliere l’appello alla conversione e di rispondere con generosità alla chiamata del tuo Figlio per diventare partecipi di quella storia di salvezza che Tu realizzi lungo i secoli.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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