18 febbraio 2018

18 Febbraio 2018

Nel deserto della vita

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,12-15)
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Il commento

“E subito dopo lo Spirito lo sospinse [ekbállei] nel deserto” (1,12). Rispetto alle versione di Matteo e Luca, Marco offre un racconto piuttosto scarno delle tentazioni nel deserto. E tuttavia, pur nell’estrema sinteticità vi troviamo tutti gli elementi fondamentali. In primo piano appare l’azione dello Spirito Santo: Gesù non si trova nel deserto per caso, vi è spinto dallo Spirito. Quello Spirito che è sceso su di Lui mentre usciva dall’acqua (1,10), subito dopo lo conduce nel deserto. L’evangelista usa lo stesso verbo che ritroviamo poco dopo per indicare l’autorità con cui il Profeta di Nazaret scaccia i demoni (Mc 1,34). In questo modo egli vuole sottolineare la forza interiore dello Spirito che non soffoca né riduce lo spazio della libertà umana ma imprime un preciso orientamento all’itinerario e all’opera che Gesù compie. Il deserto ha un forte valore simbolico: è il luogo della prova e della fedeltà, nel deserto il popolo eletto ha fatto alleanza con Dio ma ha sperimentato anche la sua debolezza. Il deserto è dunque il luogo dell’incontro con Dio ma anche l’icona delle prove e delle lotte che tutti siamo chiamati a vivere. Entrare nel deserto significa sperimentare la precarietà della condizione umana.

Gesù è l’unico protagonista del racconto, attorno a Lui si muovono gli altri personaggi: il diavolo, le bestie selvatiche e gli angeli. Gesù si trova così tra il mondo divino e quello diabolico (gli animali feroci sono simbolo del male), si pone al centro di quella lotta tra bene e male che attraversa tutta la storia umana. È interessante notare che lotta con il diavolo ma non con gli animali. L’unico avversario è il diavolo. All’inizio della scena troviamo lo Spirito, alla fine gli angeli, in mezzo c’è il diavolo. Dio ci custodisce e ci protegge, accompagna tutti i nostri passi. E tuttavia, la sua presenza provvidente non ci esonera dalla lotta né ci libera dalle tentazioni. Tante volte ci ritroviamo nel deserto della vita, soli e impauriti dinanzi dal male che ci sfida con prepotenza. Siamo troppo deboli per affrontare da soli un nemico così astuto. Abbiamo bisogno di Dio. Oggi chiediamo la grazia di restare aggrappati a Lui.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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