CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Con i fidanzati attraverso il deserto

19 Febbraio 2018

“Abbiate il coraggio di mettere Cristo al centro”, a dirlo sono Lucia e Pasquale catechisti della Fraternità di Emmaus, in una lettera ai fidanzati. Il commento di don Silvio: “I fidanzati hanno bisogno di persone che non hanno paura di annunciare la verità dell’amore e di ricordare che senza Dio diventiamo tutti più poveri e perciò incapaci di vivere in pienezza quello che il cuore desidera”.

Cari fidanzati,

il prossimo 14 febbraio, festa degli innamorati, assume una veste penitenziale. Al mattino ci recheremo al carcere di Fuorni. Vuole essere il “giorno zero”. Io e il mio sposo, Pasquale, andremo in quel luogo di morte portando nel cuore il desiderio della rinascita.

Ai fidanzati, in questo tempo, vogliamo chiedere il “coraggio di osare”, di andare contro corrente, di vivere quella giornata di digiuno mettendo davvero Cristo al centro di ogni azione e scegliendo di rinunciare a frivoli festeggiamenti. D’altronde chi ama vive la festa ogni giorno.

Nel giorno in cui la Chiesa chiede la conversione, dobbiamo offrire tutto per i nostri giovani e per il loro futuro e i giovani, allo stesso tempo, devono trovare la forza di offrire tutto per rinsaldare il loro amore.

Potrebbe sembrare un ennesimo impegno che si aggiunge a tanti altri, ma il Signore quest’anno ha voluto essere al centro di ogni cosa. Quest’anno Cristo vuole essere icona suprema dell’amore che si veste di rinuncia. Chiediamo ai fidanzati di osare. Chiediamo loro di mettere questo appuntamento di preghiera nella lista dei regali desiderati per il giorno della festa degli innamorati. Vi consegniamo questi desideri, certi che troveranno accoglienza nei vostri cuori.

Lucia e Pasquale

 

 

 

Carissimi Lucia e Pasquale,

la lettera che avete inviato ai fidanzati all’inizio del tempo quaresimale è davvero commovente ed è segno di quella fede capace di spostare anche le montagne delle nostre abitudini. Sono certo che le vostre parole, unite alla testimonianza che non vi stancate di donare, diventeranno seme fecondo nel cuore dei giovani che il buon Dio vi ha affidato.

Durante il vostro fidanzamento avete sperimentato la forza della grazia divina e la presenza di sacerdoti e amici adulti nella fede in grado di accompagnarvi nell’esaltante ma spesso faticoso cammino dell’amore. Da sposi, oggi, benché ancora giovani, vi impegnate ad accompagnare i timidi passi di quei giovani che hanno accolto la sfida dell’amore. È un ministero quanto mai prezioso in un’epoca in cui l’amore che unisce l’uomo e la donna viene presentato e vissuto come un semplice sentimento che non ha niente a che fare con Dio. Noi invece sappiamo che quest’amore trova proprio in Dio la sua sorgente e la sua forza.

I fidanzati hanno bisogno di persone che non hanno paura di annunciare la verità dell’amore e di ricordare che senza Dio diventiamo tutti più poveri e perciò incapaci di vivere in pienezza quello che il cuore desidera. Non abbiate paura di dire che la sincerità delle intenzioni – che pure rappresenta uno degli ingredienti dell’esperienza affettiva – è radicalmente insufficiente per affrontare la sfida della vita e dell’amore. Come dimostrano tutte le statistiche che raccontano la crisi in cui oggi versa il matrimonio.

Durante la Peregrinatio delle reliquie dei santi Luigi e Zelia mi capita spesso di parlare della breve preparazione al matrimonio vissuta dai nostri Santi coniugi e di ricordare, come scrive Zelia, che essi avevano “gli stessi gusti”. Avevano la stessa fede in Dio e lo stesso desiderio di vivere il Vangelo. Entrambi avevano coscienza che senza Dio ogni progetto era destinato al fallimento. Hanno costruito la loro casa sulla roccia della grazia dando a Dio il primo posto. Mi raccomando, dite a tutti che è questa la scelta fondamentale: se i fidanzati rivolgono a Dio lo sguardo, se faranno con Lui il primo e decisivo passo, se resteranno aggrappati a Lui, potranno vivere insieme tutti i passi della vita, anche quelli più faticosi.

La vostra lettera è stata dettata dalla coincidenza della festa di San Valentino con la liturgia delle Ceneri. In realtà, il tempo della Quaresima è quanto mai adatto per scoprire il fidanzamento come un cammino in cui sperimentiamo ostacoli, prove e… tentazioni. È doveroso ricordare che non si arriva alla terra promessa senza passare attraverso il deserto. Il fidanzamento è per sua natura il tempo del deserto perché i giovani innamorati sono chiamati a lasciare la casa in cui sono cresciuti per incamminarsi verso una nuova terra. Non è facile lasciare la logica dell’io per entrare nella casa del noi. Lungo il cammino s’incontrano tappe difficili e talvolta la tentazione di… tornare indietro. Tutto serve, anzi proprio queste asperità sono importanti per imparare a conoscere la propria fragilità e imparare a confidare nella grazia di Dio.

Cari amici, avrei tante altre cose da dirvi ma è tempo di ripartire. Oggi lasciamo la diocesi di Cosenza per andare ad Acireale. Ieri, nella chiesa parrocchiale di san Carlo Borromeo abbiamo avuto la gioia di parlare ad una numerosa assemblea di 500 persone, tra fidanzati e sposi. Altre persone oggi attendono di incontrare i Santi sposi Luigi e Zelia. Alla loro intercessione affidiamo anche il vostro ministero e tutti i giovani che seguite con tanta premura. Un affettuoso abbraccio

don Silvio




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1 risposta su “Con i fidanzati attraverso il deserto”

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