19 febbraio 2018

19 Febbraio 2018

La posta in palio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25,31-46)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Il commento

Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare …” (25,35). Una pagina luminosa e drammatica. Dobbiamo leggere questa pagina nel contesto di quella conversione che accompagna tutta la Quaresima. Il Vangelo annuncia che quel Gesù, che sulla terra è stato giudicato e condannato, ritornerà nella gloria per giudicare. La certezza che nel giorno ultimo della storia Dio scriverà un’altra e ancora più sorprendente pagina di misericordia non deve attenuare o eliminare la fede nel giudizio e il timore di trovarsi nella categoria di coloro che riceveranno quelle parole drammatiche: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno” (25,41). Il Vangelo ricorda che la sentenza divina prevede due possibilità: da una parte vedremo aprirsi le porte dell’eterna gioia; dall’altra ci troveremo immersi nell’eterno dolore. Entrambe sono possibili. La Parola risuona dunque come un ammonimento, un appello, anzi un grido, come se Gesù dicesse: “Non sciupate la vita, non riempite i vostri giorni inseguendo illusioni, non vi limitate a cercare semplicemente ciò che rende la vita piacevole”. Chi vive ripiegato su se stesso non troverà la strada che conduce alla beatitudine senza fine.

Questa pagina evangelica trova frequente spazio nella predicazione ma la cornice drammatica del giudizio viene dimenticata e sostituita da una generica e serena esortazione alla carità fraterna. Il fondamento teologico scompare e tutto il cristianesimo si riduce ad una predica sulla condivisione. La cornice escatologica, invece, ricorda che di tutto quello che oggi viviamo sarà sottoposto al giudizio di Dio. E ricorda anche che la legittima ricerca del benessere può diventare un idolo e può farci perdere l’appuntamento con la gioia che Dio vuole donare a coloro che si sono fidati di Lui. Sapere che Dio tornerà per giudicare è davvero una bella notizia perché annuncia che la storia non resterà avvolta nel caos, nella violenza e nell’ingiustizia. Il buon Dio renderà a ciascuno secondo le sue opere (Rm 2,6). Donaci, Signore Gesù, di metterci in cammino, oggi stesso, puntando diritto al fine.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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