25 febbraio 2018

25 Febbraio 2018

Lui solo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,2-10)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Il commento

Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli” (9,2). L’episodio della trasfigurazione mette in piena luce la vera identità di Gesù. Gli apostoli hanno accettato l’invito della sequela perché vedono in Gesù un profeta, un uomo che parla in nome di Dio. I prodigi che egli compie confermano che la mano di Dio è con lui. Poco alla volta i discepoli comprendono che nel profeta di Nazaret vi è qualcosa di speciale, come un mistero che rimane nascosto. Pochi giorni prima, creando non poco imbarazzo, Gesù aveva chiesto cosa pensavano di lui. Li trovò impreparati, non si aspettavano una domanda come quella. Come al solito, Pietro intervenne e disse che vedeva in Lui il Messia di Dio (8,29). Era come se il mistero poco alla volta venisse alla luce. L’esperienza del Tabor è un’altra tappa di questo progressivo svelamento che sarà pienamente compreso solo dopo la Pentecoste.

L’evangelista non sa come descrivere quello che accade: “le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche” (9,3). Queste parole sono del tutto inadeguate per raccontare un evento che supera ogni nostra capacità di comprensione. Quella luce che riveste il suo corpo è solo il segno visibile di un’altra luce; permette di intravedere, solo per un attimo, che in Gesù vi è qualcosa di straordinario. Egli è molto più di un profeta. Questa pagina proclama ad alta voce l’assoluta centralità di Cristo nella storia dell’umanità. Quando termina la visione, l’evangelista annota che i discepoli “guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro” (9,8). È Lui la Parola che tutto illumina, “la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana” (Gaudium et spes, 10). Lui e nessun altro. Agli inizi della sua vita monastica, Teresa di Lisieux scriveva: “Gesù solo! Nient’altro che lui! Il granello di sabbia è così piccolo che se volesse mettere nel suo cuore qualcos’altro, per Gesù non ci sarebbe più posto…” (LT 54). Chiediamo la grazia di avere lo stesso amore e la stessa fede.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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