Elezioni politiche 2018

E ora chi governerà?

A cura della redazione

Il 4 marzo è arrivato. I cittadini hanno votato, le urne sono chiuse, ma chi ha vinto? La parola ora al Capo dello Stato.

Per mesi i big della politica si sono sfidati nei talk show televisivi a colpi di promesse, contratti e critiche. Dopo tanto parlare finalmente siamo giunti al 4 marzo. Il bisogno di novità è entrato nelle urne prima ancora del cittadino, mentre i fronti ideologici, spaccati in mille piccole matriosche, già presagivano una situazione parlamentare in cui l’unica grande esclusa sarebbe stata l’intesa. Alla radice una legge elettorale che forse nessuno ha ben capito, per cui ora cosa è successo? Chi ha vinto? E soprattutto chi governerà in Italia?

Certo gli esponenti dei maggiori partiti politici esultano e festeggiano per aver ottenuto un certo consenso dal popolo, ma nella situazione attuale anche solo l’ipotesi di una maggioranza che renda possibile il governo del Paese è lontanissima e il popolo continua a soffrire.

Allo stato attuale delle cose la situazione è più o meno questa. Come prevedibile, nessuna forza politica sfiora a Montecitorio quota 316 seggi, quella che garantisce la possibilità di governare in maniera autonoma. La prima forza alla Camera sarà quella del centrodestra che – al netto degli eletti in Valle d’Aosta – vale 260 deputati. Al Movimento Cinque Stelle vanno 133 seggi che si sommano agli 88 uninominali vinti formando una pattuglia di 221 onorevoli, che rappresenteranno il primo gruppo parlamentare.

Il Pd, sulla base del 18,7% dei voti, elegge 86 deputati nel proporzionale, tra i quali ci sono anche i ministri Dario Franceschini e Marco Minniti, oltre al presidente del partito Matteo Orfini. Conteggiando i 24 collegi uninominali vinti, la coalizione di centrosinistra – due eletti nel proporzionale per gli alleati di Svp, zero per +EuropaCivica Popolare e Insieme – sarà composta da appena 112 deputati. A Liberi e Uguali vanno 14 seggi che permettono il ripescaggio anche di Pier Luigi Bersani e Laura Boldrini.

La ripartizione del centrodestra, al quale mancano 56 deputati per avere una maggioranza con ancora 23 seggi da assegnare, vede la Lega in testa con 73 scranni, a seguire da Forza Italia con 59 seggi e Fratelli d’Italia che porta a casa 19 onorevoli. Zero, invece, per Noi con l’Italia che non ha superato il 3 per cento. La Lega, tra l’altro, elegge 7 deputati nelle regioni meridionali: due in PugliaCampania e Sicilia, uno in Calabria.

Al Senato, escludendo il riepilogo della circoscrizione Valle d’Aosta, sono 308 su 315 i seggi finora ripartiti. Al centrodestra ne vengono assegnati 135, di cui 37 alla Lega, 33 a Forza Italia, 7 a Fratelli d’Italia assegnati in base alla quota proporzionale e 58 con l’uninominale. L’M5S vede finora assegnati in totale 112 seggi, di cui 44 relativi ai collegi uninominali e 68 alla quota proporzionale. Il Pd totalizza 56 seggi, di cui 13 relativi ai collegi uninominali e 43 al proporzionale; al conteggio si aggiunge un seggio a Svp. Quattro seggi vanno a Liberi e Uguali.

I seggi sono chiusi, la parola ora passa al Presidente della Repubblica, che riceve encomi e incoraggiamenti dai Capi di Stato di altre regioni d’Europa. L’Italia, popolo di poeti e navigatori, è un tassello importante nella zona euro soprattutto per la questione migranti. I riflettori sono accesi sul vecchio stivale. Tutti aspettano con il fiato sospeso che Sergio Mattarella ci dica chi sarà il Presidente del Consiglio e tutto la squadra di governo, ma cosa ne sarà del Parlamento a fari spenti? Quando ideologie diverse si ritroveranno a confrontarsi sugli stessi temi? I telegiornali rimanderanno le stesse immagini di sempre, storie di zuffe, di insulti, di critiche? E poi? Altre urne, altri talk show, altre chiacchiere? Ai posteri l’ardua sentenza.




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1 risposta su “E ora chi governerà?”

Le difficoltà a costituire un nuovo Governo erano conosciute da tutti i partiti ed anche dal Capo dello Stato, sin dall’approvazione della legge elettorale. Grandi responsabilità hanno quindi tutti quelli che hanno votato questa legge, ricorrendo alla fiducia al Governo. Anche il Capo dello Stato, secondo me, ha responsabilità, perchè avrebbe dovuto rinviare la legge alle Camere e solo se riproposta, promulgarla. Arrivati a questo punto, Mattarella deve molto impegnarsi a convincere le forze politiche a trovare un accordo, per evitare il rischio di nuove elezioni, che l’elettorato non capirebbe, penalizzando ancora una volta le forze politiche.

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