Aborti selettivi

Dove sono finiti i neonati Down a Treviso?

vita, ecografia, aborto

foto: @Phil Jones - Shutterstock.com

a cura della Redazione

Sempre più spesso le giovani coppie rifiutano i figli se affetti da disabilità, persino eventuali, tra tutte svetta la sindrome di Down. La conclusione? A Treviso i neonati Down sono quasi spariti. Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la Vita: “È il trionfo della mentalità eugenetica”.

Mentre Gigi de Palo presidente del Forum delle Associazioni Familiari, e sua moglie Annachiara festeggiano la nascita del loro ultimo bambino, affetto da sindrome di Down, da Treviso, profondo Nord Est del Paese, arriva una notizia inquietante.

Sempre più spesso le giovani coppie rifiutano figli davanti a diagnosi di disabilità, persino eventuali. I dati ci dicono che negli ultimi anni hanno rasentato il 70%.

A confermarlo è il direttore dell’Unità di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale di Treviso, Enrico Busato che in un articolo apparso sul quotidiano Avvenire, sostiene: “Su dieci donne, sette interrompono la gravidanza quando vengono a sapere che il loro figlio potrà avere qualche imperfezione. Numerosi genitori, quindi, decidono per l’aborto”.

Questo vale, secondo Busato, per ogni forma di possibile disabilità, su tutte la sindrome di Down. “Li vediamo catturati dalla paura, temono di rimanere soli, considerano subito il figlio che portano in grembo un peso più grande delle loro forze”. Eppure in questa città i parti sono stati 2.182 nel 2017, un terzo di tutta la provincia, con un calo di appena 19 unità rispetto al 2016.

Possiamo parlare dunque di aborti selettivi, che inevitabilmente richiamano il modello isalndese, che vanta il 100% di bimbi Down abortiti.

Se nascono meno disabili rispetto al passato, chiarisce subito Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 provinciale, non è perché se certificano meno disabilità rispetto al passato, ma “perché le diagnosi sono precoci e di conseguenza la gravidanza si interrompe prima”.

“Sui risultati è ovvio che noi siamo obbligati ad informare la coppia”, aggiunge il direttore. “Nonostante tutte, proprio tutte le mamme, indipendentemente da quello che sarà poi il loro orientamento vengano prese in carico e supportate secondo le necessità di ciascuna – la risposta – è spesso di interruzione della gravidanza”.

L’azienda sanitaria mette a disposizione qualificati servizi di supporto psicologico, medico, scientifico, culturale, finanche religioso, perché la decisione, quando si palesa così drammatica, venga ponderata con la massima attenzione. “L’azienda di Benazzi e Busato è stata fra le prime in Italia a convenzionarsi con il Movimento per la Vita – fa sapere il presidente nazionale, Gian Luigi Gigli – Si appoggia anche ad un consultorio familiare della diocesi, particolarmente qualificato. Il fatto è che soprattutto le giovani coppie, fragili come sono sul piano valoriale, vivono nel terrore della malformazione. Non la accettano, anche se si manifesta in misura minima”.

“Trionfa la mentalità eugenetica – continua Gigli – che ormai s’è instillata anche nel nostro Paese: quella per cui se il giocattolo non è perfetto allora non vale la pena metterlo al mondo”.

Le conclusioni sono ovvie e le sottolinea bene Benazzi. Di bambini Down “ne vediamo sempre meno. Eppure hanno una vita piena di dignità”.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.