20 marzo 2018

20 Marzo 2018

Senza Gesù, il male trionfa

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8,21-30)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

Il commento

Il capitolo ottavo del Quarto Vangelo si apre con l’episodio dell’adultera perdonata (8, 1-11) e continua attraverso un lungo e sempre più acceso confronto che ben presto diventa uno scontro aperto tra Gesù e i Giudei. C’è una radicale incomprensione che rende impossibile ogni forma di dialogo e trasforma anche le parole in pietre da gettare contro l’avversario. Dopo essersi presentato come “luce del mondo” (8,12) Gesù aggiunge: “Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato” (8,21). Quando dice “io vado”, Gesù si riferisce alla sua morte. La sua missione sta per terminare, per questo rivolge un ultimo, accorato appello, come se dicesse: “Il tempo sta per scadere, non avete altro tempo, occorre decidere. Io sto per lasciare questa terra, se non riconoscete chi sono, se non accogliete la luce che io sono pronto a donarvi, morirete nel vostro peccato”. Le parole di Gesù sono, anche per noi, un ammonimento e una sfida, ci ricordano solo Lui ci può liberare dal peccato: il singolare non fa riferimento alle molteplici colpe ma a quella condizione di estrema fragilità in cui si trova l’uomo senza Dio.

Senza Gesù non siamo in grado di vincere il male. Cosa possiamo fare contro quella violenza cieca che sempre più spesso tracima con danni irreparabili? Come possiamo estirpare dal cuore dell’uomo l’istintiva tendenza a cercare il profitto a tutti i costi? Come possiamo impedire i conflitti che avvengono all’interno delle mura domestiche? Le leggi ci sono ma sono radicalmente insufficienti. La morale risulta impotente. Servono valori scritti non sulla carta ma nel cuore, serve una grazia speciale per lottare contro quel male oscuro che si nasconde in ciascuno di noi. Senza una riforma morale non può esserci una riforma sociale. solo Gesù può garantire una riforma morale autentica e duratura. È una verità semplice che dovrebbe fare da premessa ad ogni analisi sociale. Ma spesso anche i pastori preferiscono indossare la veste dei sociologi, pensando forse di essere à la page. Liberaci, Signore, da ogni illusione e donaci di essere fedeli al Vangelo che Tu hai annunciato.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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