Giovani e sessualità

Si chiama “chemsex”, l’ultima moda tra i giovani: parola d’ordine “eccesso”

a cura della Redazione

“Chemsex” ovvero la moda che si sta diffondendo a macchia d’olio tra i giovani. Non è altro che l’assunzione di farmaci o droga prima di una rapporto sessuale peraltro occasionale. È lo scenario che emerge da una indagine online di Skuola.net e Osservatorio Nazionale Adolescenza.

I festini a base di droga in cui spesso accadono cose agghiaccianti sono sempre più ordinari. Fu proprio in seguito ad una festa “Chemsex” che il giovane Luca Varani perse la vita dopo una notte allucinante. Ma la lezione evidentemente non è servita. Chemsex, revenge porn, sexting sono questi i neologismi che si stanno diffondendo tra i giovani per identificare una vita sessuale precocemente attiva e vistosamente disordinata. A evidenziare dati piuttosto allarmanti è una indagine online di Skuola.net e Osservatorio Nazionale Adolescenza. Lo studio condotto su un campione di 3.100 studenti tra i 14 e i 19 anni, evidenzia la diffusione di mode pericolose innanzitutto per la salute dei nostri giovani.

Ma cos’è il chemsex? La parola nasce dall’unione dei termini chemical (chimico, sintetico) e sex. La commistione tra sesso e droga non è di certo una novità, siamo abituati a formule del tipo “sesso, droga e rock and roll”, ma il chemsex presenta delle caratteristiche che ne sottolineano la peculiarità rispetto ad altre pratiche. La principale differenza, spiega il Guardian, consiste in una specifica combinazione di droghe che ha come primo scopo quello di estendere la durata del rapporto sessuale per un periodo di tempo incredibilmente lungo.

Crystal, white magic e ghb ecco i nomi delle tre sostanze stupefacenti solitamente utilizzate dai chemsexers. Come spiega un articolo pubblicato sul British Journal of Medecine, i cristalli di metanfetamina e il mefedrone hanno un effetto stimolante: aumentano la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e inducono uno stato di euforia e accresciuta eccitazione sessuale. Il GHB (così come il GBL) esercita un potente effetto disinibente sulla psiche, oltre a un lieve effetto anestetico.

Lo studio dell’Osservatorio desta una certa preoccupazione. Non può che generare allarmismo infatti quel 7% dei giovani sessualmente attivi che confessa di assumere farmaci o, peggio ancora, droghe o entrambe le cose prima della performance. Urge una riflessione nel mondo degli adulti, specialmente se si indaga sui motivi di tali scelte. È qui che emerge tutta l’insicurezza delle nuove generazioni. Perché tra chi usa sostanze stupefacenti, il 43% pensa che queste esaltino il piacere e il 16%, invece, sceglie di assumere le droghe per sentirsi più disinibito, mentre il 9% si sentirebbe meno pronto senza stupefacenti. Chi fa uso di droghe confessa che si tratta soprattutto di cannabis (30%), mefedrone (22%), metamfetamina (13%) e cocaina (9%), ma non mancano i mix di più sostanze (15%).

Non è tutto. Oltre ad aver evidenziato una sessualità selvaggia, incontrollata e irresponsabile, l’indagine ha evidenziato un preoccupante intreccio ad un altro fenomeno il revenge porn, altro non è che la degenerazione del sexting. Si tratta della diffusione di video intimi per vendicarsi del partner una volta finita la relazione. Una pratica pericolosa come evidenziano anche gli ultimi fatti di cronaca. Sotto l’effetto di droga spesso, la vittima non si accorge nemmeno di essere filmata, salvo poi scoprire che un filmetto a luci rosse che la riguarda circola in maniera virale sui social. Dall’indagine risulta che le ragazze sono i soggetti più esposti al revenge porn: il 70% delle ragazze filmate è stata vittima di ricatto proprio a causa di quelle immagini.

Diverso il punto di vista di chi invece lo fa in maniera cosciente: il 17% degli intervistati maschi considera una cosa normale filmarsi in atteggiamenti intimi. Il 44% ha poi fatto girare quel video tra gli amici, quasi fosse un trofeo.




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