Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

12 aprile 2018

12 Aprile 2018

Cielo e terra

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,31-36)
Chi viene dall’alto, è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.

Il commento

Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio” (3,34). Dio rivela gradualmente il suo volto attraverso la creazione e la storia d’Israele, attraverso i profeti che hanno accolto e comunicato la sua Parola. Tutto questo si compie in Gesù Cristo che l’evangelista presenta come colui che “è al di sopra di tutti” (3,31). Lui solo può svelare in modo compiuto il mistero di Dio, le sue parole sono “spirito e vita” (6,63), aprono orizzonti che l’uomo fatto di terra non può neppure immaginare: “chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra” (3,31). Cielo e terra nel linguaggio di Giovanni sono radicalmente alternativi, poli opposti della vicenda umana. Bisogna scegliere! Non c’è spazio per le mezze misure, i fragili compromessi. L’uomo, che per natura appartiene alla terra, è chiamato a rinascere “dall’alto”, cioè a vivere a partire dalla grazia, lasciandosi illuminare non dall’istinto della carne ma dalla Parola di Dio. L’evangelista non chiede di abbandonare la terra, anzi invita ad amarla con una passione che giunge sino a dare la vita. Ma ricorda che per amare l’umanità, per vestire di umanità la nostra fragile storia, dobbiamo accogliere Colui che viene dal Cielo e “dona lo Spirito senza misura” (3,34). Anche se mette in campo tutte le sue capacità, l’uomo non è capace di trasformare la creazione in un giardino fiorito, non è capace di costruire una storia in cui, come annuncia il salmista “amore e verità s’incontreranno, / giustizia e pace si baceranno” (Sal 85,11). Solo Gesù può donare questa capacità. Per questo il primo passo della fede è quello di mettersi in ascolto di quella Parola che viene dall’alto.

Questo stile non è affatto scontato, tanto più in un’epoca in cui l’uomo crede di avere la capacità di gestire e dominare gli eventi. Abbiamo la tentazione di fare da soli. “La nostra difficile epoca ha uno speciale bisogno della preghiera”, scriveva Giovanni Paolo II (Dominum et vivificantem, 65). È questo il punto di partenza per vestire di Cielo la nostra vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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