Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

16 aprile 2018

16 Aprile 2018

Dentro e oltre la storia

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,22-29)
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Il commento

Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati” (6,26). Il rimprovero che Gesù rivolge alla folla è molto severo, le sue parole appaiono come un giudizio senza appello. L’ammonimento di Gesù potrebbe apparire eccessivo. In fondo, la gente che lo cerca ha realmente bisogno di quei beni essenziali che danno alla vita una veste dignitosa. Gesù non vuole mortificare i poveri, le sue parole nascono da un’evidente intenzione educativa, egli si accorge infatti che la ricerca del pane materiale impedisce loro di riconoscere e accogliere la Parola che Dio vuole donare. La folla cerca un cibo che sazia e appaga le attese del presente. Per questo, come ogni buon Maestro dovrebbe fare, li invita a cercare il vero Bene: “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna” (6,27). Accade così anche oggi. Quante volte la pur legittima ricerca dei beni materiali soffoca lo slancio spirituale, chiude l’uomo in un orizzonte che nasconde il Cielo. Gesù invece dona il pane che nutre il corpo per invitare la gente a cercare un altro e più gustoso Pane, si serve dei segni prodigiosi per annunciare che Dio è capace di condurre l’uomo alla piena realizzazione della sua vita. Il cibo materiale sazia e chiude nell’effimero. Il pane del Cielo, invece, suscita ancora più fame e orienta il cuore verso ciò che dura per sempre.

Le parole di Gesù sono una permanente provocazione, chiedono di verificare i motivi della sequela. Gesù vuole aiutare l’uomo a ritrovare tutta la sua dignità ma il Vangelo non può restare confinato in un orizzonte terreno, non può essere confuso con un progetto politico di rinnovamento sociale. I cristiani sono chiamati a stare dentro la storia senza dimenticare di cercare l’eternità beata. La Parola di Gesù sazia ogni attesa ma, al tempo stesso, mette nel cuore un desiderio di pienezza, invita a camminare verso un Oltre che solo Dio può donare e che possiamo gustare fin d’ora nel Pane eucaristico. Oggi chiediamo la grazia di vivere la Messa con questa certezza.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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