Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

17 aprile 2018

17 Aprile 2018

Vedere per credere

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,30-35)
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Il commento

Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai?”  (6,30). Le parole che Gesù rivolge alla folla (6, 26-27) segnano l’inizio di un dialogo che poco alla volta svela il mistero. La domanda della folla, che apre il brano odierno, è piuttosto sorprendente. Non sono gli stessi che la sera precedente avevano partecipato al miracolo dei pani e avevano acclamato Gesù come il profeta di Dio? Ora invece chiedono un segno. Quello che hanno visto dovrebbe essere più che sufficiente per credere e invece sono ancora lì a chiedere. Invece di aprire il cuore con stupore per la luce che Dio ha donato, per tutti miracoli che avevano già visto, chiedono altre conferme. Nelle parole della gente c’è un binomio che altre volte ritorna nel quarto Vangelo: vedere e credere. Lo troveremo anche nelle battute finali di questo Vangelo: “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”  (20,29). Per molti vedere significa credere; o almeno è la premessa per credere. Gesù invece lancia una provocazione: “Beati quelli che non hanno visto”.  Ancora più beati quelli che non pretendono di vedere. La fede tuttavia non è cieca, non chiede di chiudere gli occhi sulla realtà. Al contrario, è ben radicata nella storia. Dio si è fatto vedere e manifesta in modo evidente la sua presenza. Se rileggiamo la nostra vita, non facciamo fatica a stilare la lista dei numerosi benefici che abbiamo già ricevuto. Quante persone ci hanno accompagnato e quanti maestri ci hanno aiutato a comprendere il valore delle cose. Possiamo dire ad alta voce che siamo figli della Provvidenza. Abbiamo ricevuto così tante grazie che è proprio da stolti chiedere o addirittura pretendere ancora altri segni. Oggi vi invito a pregare così:

Donaci, Signore, la grazia di credere senza chiedere altro. Metti nel cuore una sincera gratitudine per le molteplici grazie che hai seminato nella nostra vita, senza nostro merito. E insegnaci a diventare strumenti della tua Provvidenza perché tanti altri possano scoprire la tua presenza amorevole e affidarsi a Te con piena fiducia.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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