CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Chi accompagna i fidanzati al matrimonio?

23 Aprile 2018

Fidanzati

Accompagnare i fidanzati non è un ministero di poco conto, lo sottolinea don Silvio nella lettera di oggi ad una coppia di sposi: “Se il matrimonio è una vocazione, la comunità deve individuare chi, come, dove e quando offrire ai giovani battezzati la possibilità di vivere il fidanzamento come tempo di discernimento e come stagione formativa”.

Cari Lucia e Pasquale,

avete tutte le ragioni per essere trepidanti, il ministero che vi è stato affidato non è affatto semplice e richiede una disponibilità a tutta prova: accompagnare i fidanzati oggi è davvero un’impresa. Nel documento che i Vescovi italiani hanno pubblicato all’inizio di questo decennio leggiamo che il fidanzamento “può essere valorizzato come un’occasione unica per introdurli alla bellezza del Vangelo, che essi possono percepire in modo più profondo perché la sperimentano nella ricerca di una relazione d’amore”. I Vescovi aggiungono che le comunità parrocchiali sappiano individuare coppie mature e perciò capaci di incoraggiare e sostenere i fidanzati nel loro cammino (Educare alla vita buona del vangelo, 37). Le parole sono belle ma la realtà è molto diversa e appare distante anni luce da questi suggerimenti.

In effetti, salvo le solite e rare eccezioni, non mi risulta che nelle parrocchie della nostra Penisola sia nata una vera e propria pastorale dei fidanzati. Ovviamente non faccio riferimento ai corsi prematrimoniali ma a quella stagione, sempre più ampia dal punto di vista cronologico, in cui i giovani vivono una relazione affettiva stabile. Se cerchiamo con il lanternino possiamo trovare qua e là alcune particolari iniziative ma è raro imbattersi in un progetto organico e continuativo. Eppure nessuno mette in dubbio l’importanza di questa stagione nel tempo della giovinezza e nella preparazione alla vita nuziale.

Vi confesso che mi ha sorpreso non poco constatare che, nel documento preparato in vista del prossimo Sinodo dedicato ai giovani, i vocaboli fidanzati / fidanzamento sono totalmente assenti! Con tutto il rispetto per gli estensori del documento, a me sembra una mancanza piuttosto grave. Come possiamo parlare ai giovani e chiedere alla comunità ecclesiale di accompagnare il loro discernimento vocazionale, senza neppure accennare al fidanzamento che per la maggior parte di loro rappresenta la via ordinaria? Se il matrimonio è una vocazione, la comunità deve individuare chi, come, dove e quando offrire ai giovani battezzati la possibilità di vivere il fidanzamento come tempo di discernimento e come stagione formativa in vista di un matrimonio pensato e vissuto come risposta ad una chiamata.

È un tema che mi coinvolge molto. Nel corso degli anni ho avuto la gioia di accompagnare tanti giovani alla celebrazione nuziale, aiutandoli a scoprire il matrimonio come una grazia che impegna gli sposi a diventare una benedizione per l’umanità. E voi siete tra questi. Ma ho fatto anche la triste esperienza di incontrare tanti giovani che si sposano senza avere alcuna seria consapevolezza del valore umano e sacramentale del matrimonio. Giovani che si sposano seguendo l’istinto naturale. Giovani che non hanno acquisito quella maturità che permette di vivere con sufficiente capacità critica e che supporta l’impegno educativo. Ho incontrato anche giovani intelligenti e con una buona preparazione culturale ma privi di una specifica preparazione umana oltre che di fede. Il legame affettivo è senza dubbio vissuto con sincerità ma non si traduce in un effettivo cammino, non genera quella santa emulazione che porta ciascuno a perdersi per amore dell’altro. Rimangono uniti e distanti.

Oggi è più che mai necessario, anzi assolutamente indispensabile, mettere in campo un’azione pastorale per i fidanzati. Abbiamo bisogno di sposi che, con autorità e tenerezza, si assumono l’impegno di accompagnare i giovani lungo i sentieri dell’amore, aiutandoli a liberarsi da tutti quei condizionamenti psicologici e culturali che impediscono di fare dell’amore lo spazio in cui ciascuno, proprio donando se stesso, ritrova pienamente la sua vera identità.

Vi ringrazio per aver accettato questa sfida. In questi pochi mesi avete già capito che c’è da faticare e da soffrire. Ma avete anche intuito che il Signore non fa mancare la sua forza e vi dona anche la grazia di vedere i primi germogli di questa semina. L’appuntamento di domenica prossima (29 aprile, ndr) è una tappa di un cammino più lungo che, ne sono certo, nel tempo potrà dare frutti abbondanti. Perseverate, ricordando la parola dell’apostolo Paolo: “Non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo” (Gal 6,9). Un caro e affettuoso saluto.

don Silvio

Per info:

Locandina 29 aprile 2018




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.