Contro l’alcol e la droga non bastano manifestazioni servono genitori più attenti

Quella di sballarsi sembra essere una necessità sempre più presente nelle nuove generazioni, il risultato è drammaticamente sotto gli occhi di tutti. Cosa fare? Come intervenire sui figli per sviluppare una coscienza critica che li tenga lontani da alcol e droga?

La stampa ha dato notizia di un corteo che si è tenuto a Napoli. I genitori sono scesi in piazza contro l’uso di alcol e droga. Questa lodevole iniziativa mi dà modo di riflettere e mi interpella: dove stiamo andando, cosa stiamo offrendo alle generazioni future?

Quella di sballarsi sembra essere una necessità sempre più presente nelle nuove generazioni. Molti giovani attendono il fine settimana per gettarsi nella mischia. Non vogliono freni inibitori né controllo alcuno, e gli episodi che spesso hanno tristi, tristissimi epiloghi riempiono le pagine di quella cronaca nera che non vorremmo mai sentire.

Ed ecco quindi esplodere le polemiche e la caccia al colpevole di turno: quale locale ha violato la legge somministrando alcol al minorenne? Chi materialmente ha messo nel bicchiere all’insaputa del mal capitato qualche sostanza stupefacente per alzare il livello della serata? È vero c’è sempre un responsabile che va individuato e punito ma questo non deve distrarci dal porre una riflessione seria che riguarda soprattutto noi adulti.

Possiamo aumentare la sicurezza dentro e fuori i locali per evitare abusi e spaccio. Possiamo multare seriamente chi non rispetta la legge che pone il divieto della vendita dei superalcolici ai minori. Bisogna prevedere maggiori controlli sulle strade per evitare che giovani ubriachi si mettano alla guida… va bene, tutto questo va fatto e si deve fare, ma ha un senso solo se i genitori sono in grado di intervenire pedagogicamente sui propri figli. Gli adulti hanno il dovere di trasmettere alle generazioni future una capacità critica. Possibile che ai nostri ragazzi sappiamo trasmettere solo che “tutto è lecito”? Come genitori siamo in grado di conoscere qual è il sistema di valori che seguono? Mi accorgo sempre più spesso che molti genitori non sanno minimamente cosa passa per la testa del figlio, non sanno a chi e a che cosa ha attaccato il cuore. Non hanno tempo, non lo sanno fare, non lo vogliono fare, si accontentano di aver dato l’esempio. Stiamo allevando figli orfani di genitori vivi.

È vero che non tutti i figli sono naturalmente predisposti al dialogo, ma è anche vero che i ragazzi sanno parlare in tanti modi e che i genitori spesso sembrano veri e propri inquisitori. Non possiamo né dobbiamo accettare questa distanza. Dobbiamo ascoltarli anche quando non si esprimono, osservarli quando non lo sanno.

Proviamo a porci alcune domande utili per un’attenta osservazione: che cosa mio figlio sta vivendo in questo periodo? Chi o cosa attira il suo interesse? Ha qualche preoccupazione, qualche ansia che gli impedisce di essere sereno? Manifesta una certa difficoltà ad assumersi e rispettare degli impegni? Perché continua a chiedere di rincasare più tardi? Cosa cerca, quali obiettivi vuole raggiungere e cosa è disposto a scarificare per raggiungerli?

A queste domande non occorre che il figlio risponda verbalmente. Osservare il figlio può offrire elementi utili al genitore per stabilire regole condivise. Se poi giunge il confronto dialogico tanto meglio.

Un’autentica osservazione del figlio guidata dalla preoccupazione educativa non invadente, permetterà al genitore di dare risposte di valore che incideranno positivamente sulla costruzione della relazione genitori-figli e, ad effetto domino, sull’umanizzazione della società..




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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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Giovanna Pauciulo

Sposa e madre di tre figli, insieme al marito Giuseppe è referente della Pastorale Familiare per la Campania, ha conseguito il Master in Scienze del Matrimonio e della Famiglia presso il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II. Conduce su Radio Maria la trasmissione “Diventare genitori. Crescere assieme ai figli”. Collabora con Punto Famiglia su temi riguardanti la genitorialità e l’educazione alla fede dei figli. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018).

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1 risposta su “Contro l’alcol e la droga non bastano manifestazioni servono genitori più attenti”

Qualche mese fa, ho sentito al telefono la mia ex profesoressa di filosofia e pedagogia del liceo.Mi ha chiesto del mio primogenito(avuto quando frequentavo la classe quarta e oggi adolescente) e mentre disquisivamo di problematiche pedagogiche, lei mi ha interrotto e con tono perentorio mi ha detto:”Ma con una madre come te,di cosa ti preoccupi?”. Parole che derivano sicuramente dall’ alta considerazione che i mie professori avevano di me,ma che mi hanno catapultata per un istante in uno stato di angoscia,come se il mio essere fosse di per se` un antidoto sufficiente a tutti i mali potenziali… Ho preso fiato e le ho risposto che tutte le mie conoscenze, la mia scala valoriale,i miei metodi e principi educativi,potrebbero anche fallire in vista di un condizionamento di valori e modelli sociali che procedono in tutt’altra direzione! Il percorso formativo è complesso e il nostro sforzo, di essere buoni educatori,potrebbe non bastare, tuttavia non possiamo rinunciarci!Consapevole di tutto quanto sopra,non posso fare altro che affidarmi alla Madonna affinché mi sostenga nella formazione di sane personalità all’altezza di una società civile…

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