Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

30 aprile 2018

30 Aprile 2018

La misura del nostro vivere

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,21-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito. Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

Il commento

Chi accoglie [o échōn] i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama” (14, 21). In greco troviamo il verbo échō che significa avere o possedere. Potremmo tradurre: “Chi possiede i miei comandamenti” per sottolineare che i precetti del Vangelo sono parte integrante della vita del discepolo, appartengono al suo patrimonio interiore. Tutto questo non basta. Anzi, potrebbe addirittura diventare un alibi. Non basta conoscere la Parola di Gesù, è necessario metterla in pratica. Per questo Gesù dice: “chi accoglie e osserva”. La Parola può diventare una veste esteriore o una conoscenza intellettuale. Gesù invece chiede che i comandamenti siano la misura concreta del nostro vivere e delle nostre scelte quotidiane. Solo chi accetta questa sfida può veramente essere un discepolo. Nel testo evangelico non troviamo il vocabolo discepolo ma il participio del verbo amare [o agapōn]. Vero discepolo è colui che ama Gesù. È questo il punto di partenza e il costante riferimento di una vita di fede. È questo l’esigente metro di misura. Gesù non è soltanto un Maestro che consegna una Parola e poi scompare dietro le quinte. È il Signore che resta al centro della scena. Amare Gesù non è un fatto sentimentale né si può ridurre ad un evento emozionale, è un’esperienza che coinvolge tutto il nostro essere. Una scelta come questa non s’improvvisa ma richiede un serio cammino di fede. L’insegnamento evangelico può essere letto anche da un altro versante: “chi mi ama mette in pratica i miei comandamenti”. L’amore per Gesù non confina la fede in un’estasi appassionata ma impegna ad osservare i precetti del Signore.

Nel Diario di un curato di campagna di G. Bernanos, l’anziano curato di Torcy insegna al giovane prete come deve comportarsi un buon parroco: “Quando sarai rapito in Dio, se un malato ti chiede una tazza di brodo, scendi dal settimo cielo e dagli quello che domanda”. Oggi chiediamo la grazia di non fare della preghiera un alibi ma la sorgente di quella carità che riempie di gioia la vita. La nostra e quella degli altri.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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1 risposta su “La misura del nostro vivere”

Chiedo che il commento abbia in forma preponderante riferimenti e collegamenti biblici.
NON il piglio moraleggiante o, comunque, consenta un ‘pensare’, ai pensieri che conducano/introducano allo stare con Dio.
Grazie.

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