Solidarietà familiare

A.A.A. Cercasi 1 milione di famiglie solidali

famiglia solidale

di Marco Giordano

Parte oggi il nuovo blog di Punto Famiglia. Dalla penna di Marco Giordano, presidente della Federazione Progetto Famiglia, “Incontriamoci” uno spazio per educarsi alla solidarietà e alle relazioni familiari.

La nostra prima esperienza di affido diurno si svolse quando il nostro terzo figlio frequentava le scuole elementari. In quello stesso istituto c’erano anche quattro fratellini compresi tra dieci e sei anni, che vivevano affidati alle cure della nonna anziana e in parte malata che provvedeva loro come poteva, ma non riusciva evidentemente a dare risposte adeguate ai loro bisogni. In classe i bambini manifestavano varie forme di disagio e sebbene fossero materialmente anche ben accuditi, mancava un sostegno di tipo educativo, relazionale. Non fu difficile entrare in contatto attraverso la maestra di religione, con questa anziana signora, e non fu difficile nemmeno per lei aprirsi all’affido grazie alla mediazione di un sacerdote di cui si fidava. Si trattava di ospitarli a casa nostra per uno o due pomeriggi a settimana dall’uscita di scuola fino a sera. Un’esperienza di affido più leggera rispetto alle forme tradizionali, un’avventura spesso faticosa ma particolarmente arricchente che si è prolungata per circa un anno. In seguito le cose sono andate in maniera differente, ma sia per i nostri figli che per noi, quella esperienza è stata molto intensa, formativa e toccante. Nel giro di poco tempo migliorò il rendimento scolastico dei bambini, individuammo alcune intolleranze alimentari di uno dei quattro e anche le loro capacità relazionali subirono un netto miglioramento. Segno questo che spesso basta veramente poco, ma ciò che ricordo con grande affetto è lo straordinario apporto che quell’avventura ha donato alla nostra famiglia.

In Italia sono almeno 10.000 i bambini e i ragazzi che avrebbero bisogno di essere accolti in affidamento familiare da una famiglia disponibile a fare da zia, per un tempo più o meno lungo, nell’attesa di tornare a casa loro o di raggiungere l’autonomia. 100.000 i bambini e i ragazzi che avrebbero bisogno della vicinanza quotidiana di famiglie disponibili ad ospitarli alcune ore al giorno per i compiti scolastici o per un pasto, e a riaccompagnarli a casa loro la sera. Sono almeno 1.000.000 le famiglie italiane con figli piccoli che avrebbero bisogno della presenza solidale di altre famiglie del quartiere per un aiuto educativo, organizzativo e – soprattutto – per uscire dalla cupa e assordante solitudine nella quale sempre più persone restano disperse e schiacciate.

10 mila, 100 mila, 1 milione… sembra il “gioco del x 10”. Numeri enormi… da capogiro. Eppure per un Paese come il nostro, con oltre 60 milioni di abitanti, sono dimensioni ragionevoli e raggiungibili. Certo, occorre mettere in campo una grande mobilitazione che punti a sensibilizzare tutta la popolazione e a formare e sostenere coloro che si rendessero disponibili. Sono proprio questi gli obiettivi posti al centro della Campagna nazionale DÒNÁTI, lanciata lo scorso 25 aprile dal Forum delle Associazioni Familiari, con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana e con l’impegno concreto di cinque associazioni nazionali impegnate da anni sui temi dell’affidamento familiare e dell’adozione: Famiglie per l’Accoglienza, Papa Giovanni XXIII, Ai.Bi. Progetto Famiglia, Famiglie Nuove.

La campagna si rivolge alle famiglie, chiedendo loro di aprire le porte di casa e, prima ancora, quelle del cuore, consapevoli che ogni scelta d’accoglienza arricchisce e benefica non solo il bambino o il ragazzino che viene accolto (e la sua famiglia) ma anche la famiglia accogliente: i figli crescono meglio, l’amore coniugale si fortifica…

La campagna si rivolge anche alle istituzioni, domandando politiche ed interventi concreti, adeguati, tempestivi, capaci innanzitutto di prevenire le cause che portano alla necessità di allontanare i bambini e i ragazzi dalle loro famiglie. E capaci anche di sostenere ed accompagnare le famiglie che si impegnano in un’accoglienza, che – se lasciate sole – possono andare in difficoltà o commettere degli errori.

Impegniamoci tutti insieme, e facciamo nostra la provocazione del “doppio accento” presente nel titolo della campagna DÒNÁTI, affinché oggi si risponda alla richiesta di dònarsi e domani si possa tutti essere già donàti agli altri.




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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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