Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

6 maggio 2018

6 Maggio 2018

Senza amore, il nulla

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,9-17)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Il commento

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (15,12). L’insistente invito a portare frutto (15, 1-8) non significa tanto realizzare opere che esaltano l’uomo ma fare dell’amore l’opera che dà senso alla vita e rischiara il cammino dell’umanità. Gesù consegna ai discepoli una parola semplice in apparenza ma esigente nella sostanza. Amare sembra la cosa più ordinaria, come il sale che dà sapore agli alimenti. L’uomo è fatto per amare, come un disco è fatto per suonare (von Balthasar). Se non impara ad amare, l’uomo si condanna all’insignificanza. “Voi, padri e maestri, che cos’è l’inferno? Io penso che sia la sofferenza di non poter più amare” (F. Dostoevskij). In realtà, tutti sperimentiamo che amare è la cosa più difficile. Talvolta appare o diventa la mission impossible. Gesù, invece, riassume tutto il suo insegnamento in questa parola per ricordare non c’è altra via della gioia. È possibile accettare questa sfida perché prima di essere un comandamento, l’amore è un dono. Rileggendo in forma unitaria questa pagina biblica troviamo dapprima l’affermazione che siamo i tralci che ricevono vita dalla Vite divina (15, 1-8). Subito dopo emerge l’annuncio:  “come il Padre ha amato me, anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore” (15,9). Sono queste le premesse indispensabili per poter dire: “amatevi gli uni gli altri” (15,12). L’amore scaturisce dalla divina sorgente e arriva a tutta l’umanità attraverso Gesù Cristo. Chi accoglie il Figlio e rimane in Lui riceve la grazia di amare come Lui. L’uomo è stato creato per amare perché porta in sé l’immagine di Dio. E tuttavia, non è capace di amare, non vive l’amore nella sua pienezza se non incontra e non accoglie Gesù. Una vita priva di amore ci costringe a inseguire illusioni e a riempirla di cose che non sono necessarie. Prima o poi ci accorgeremo che si tratta di una vuota sazietà. Solo l’amore può riempire il cuore di gioia. Amando Gesù con tutto il cuore, Teresa di Lisieux scopre quanto sia dolce amare anche il prossimo. Oggi chiediamo la grazia di fare anche noi la stessa esperienza.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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