Gite scolastiche

“Non è solo emozione, una gita lunga ti insegna a camminare sulle tue gambe e a contare sui compagni di classe”

Gita scolastica

di Elisabetta Cafaro

Spesso le gite scolastiche sono un pretesto per abusare della propria libertà, ma non è sempre così. Dalle pagine del diario di una mia alunna: “Dimenticherò mai le emozioni che sto provando? Dobbiamo tornare a casa, ma non sono ancora pronta”.

A metà novembre sono entrata per la prima volta nell’Istituto Filippo Pacini di Pistoia. Questa maestosa e antica struttura per la sua enorme grandezza presenta due ingressi. Le stanze secolari sono molto suggestive, dalle finestre si possono ammirare un parco e vari giardini. Inizialmente non è stato facile comprendere dove erano posizionate le mie classi. Ringrazio una custode che, con molta pazienza, mi ha fatto “una piantina” e, finalmente sono riuscita a muovermi in quello che mentalmente avevo catalogato come il famoso “labirinto di Arianna”.

Questo Istituto occupa oggi i locali della Regia Scuola Normale e del Conservatorio di San Giovanni Battista, divenuto “Fondazione Conservatorio S. Giovanni Battista” per volere del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena nella seconda metà del ‘700, in seguito alla trasformazione di un preesistente monastero femminile di clausura fondato dagli Ammannati agli inizi del 1300. Alla fine dell’‘800 l’istituzione prese il nome di “Scuola Normale Superiore”, ospitò un convitto e si trasformò in educandato alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione.

In questo “antico mondo” dove magicamente il passato dona luce al presente e proietta verso il futuro, ogni mattina incontro i sorrisi dei miei studenti. Ormai l’anno è quasi finito, si tirano le somme, i ricordi attraversano gli occhi uno ad uno come le foto in un album fotografico. E mi soffermo a contemplare l’immagine della gita scolastica con particolare attenzione.

Ricordo ancora la gioia dei sorrisi di alcune ragazze, quando vennero a cercarmi nei corridoi per chiedermi se ero io la prof che li avrebbe accompagnati in gita a Napoli. La mia Napoli. Quella terra in cui passione e tradizione si intrecciano in maniera sapiente. La terra che mi brucia dentro ancora di più ora che sono lontana.

Sì, ero io la prof incaricata. Dovevo far loro da Cicerone, nella consapevolezza che ogni viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo fai e quando lo ricordi. La cronaca è piena di esperienze poco felici. Spesso le gite lunghe diventano l’occasione per abusare di quella pseudo-libertà che i ragazzi credono di avere. Ma non è sempre così, anzi, dal diario di Irene, una delle mie alunne, emerge con potenza l’esperienza genuina di una gita scolastica vissuta nel senso autentico del termine.

“Ciao Prof, le invio una pagina del mio diario di bordo per ringraziare sia lei che la professoressa Russo. Abbiamo vissuto tanti momenti indimenticabili. Neanche il cattivo tempo ci ha impedito di sorridere e di divertirci in modo sano. Ecco quello che ho visto e sentito:

20 marzo 2018 – Primo giorno

Sono le 6.30 del mattino. Mi sento agitatissima! Io e i miei compagni di classe stiamo per partire per una gita di quattro giorni che si svolgerà a Napoli e centri vicini. In autobus si respira tensione mista ad allegria. Si sentono i cori da stadio mentre il viaggio prosegue tranquillo. Dopo un paio di soste, esultiamo perché scopriamo di essere in Campania, vicino alla nostra prima tappa: Pompei. Una volta scesi, davanti all’ingresso degli Scavi, ci accoglie il suono familiare della città, accompagnato da una discreta pioggia. Ci viene incontro una signora, che si presenta come la nostra guida. Ci fa subito entrare nella storia della città: dalla palestra dove si allenavano i gladiatori, all’anfiteatro, luogo di giochi, spettacoli e di scontri sanguinari. Abbiamo camminato per le strade di Pompei immaginandoci la vita di allora, con le sue persone, mestieri e tradizioni. Siamo entrati anche dentro alcune ville, ognuna con i propri ricordi e caratteristiche, come affreschi, terme e giardini. Si vedono ancora i resti degli edifici principali con le loro colonne di cui sono ancora ben visibili le decorazioni. A guardare la piazza principale, mi viene in mente la vita che scorreva prima della tragedia: immagino i mercati, i bambini che giocano, i commercianti che urlano i loro prodotti e la gente che si riunisce. Poco dopo ci ritroviamo alle terme e attraversiamo le stanze che un tempo erano punto di ritrovo di tutta la città. Finita la visita, cerchiamo l’uscita percorrendo nuovamente le strade lastricate e ne approfittiamo per divertirci saltando sulle “strisce pedonali” in rilievo. Fuori dagli Scavi ci affrettiamo a cercare un riparo perché la pioggia non ci ha abbandonato, ovviamente e per aspettare Alessio con il suo autobus. Il nostro albergo non è molto lontano e, appena arrivati, tiriamo un sospiro di sollievo, perché siamo sfiniti.

21 marzo – Secondo giorno

Oggi ci aspetta Napoli: la guida ci porta subito tra le strade caratteristiche del centro. Prima di tutto, però, ci fa strada verso il Duomo: inutile dire quanto è bello sia fuori che dentro. La ricchezza dei dettagli è unica e mi sono sentita piccola piccola. È emozionante visitare la cupola così ricca di dipinti e anche vedere il posto dove sono tenuti i resti di San Gennaro. Una volta usciti attraversiamo la cosiddetta Spaccanapoli fino a giungere in Piazza del Gesù, per poi degustare l’oro di Napoli: la pizza! Ne ho sentito spesso parlare in televisione ma vedere da vicino la bellezza di questa città è elettrizzante. Dopo aver riposato un po’ ci avviamo verso il Teatro San Carlo, passando tra le strade più moderne, facciamo un salto alla Metro e poi in Galleria. Il Teatro mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta: la ricchezza, l’eleganza, la maestosità del luogo sono straordinarie. Meravigliosi i tendaggi, i palchi ed i dettagli. E pensare che lì si riunivano così tante persone e addirittura il re! Usciamo stanchissimi per l’intensa giornata, ma sempre contenti. Purtroppo anche oggi la pioggia ci ha sorpresi, ma per fortuna è iniziata in tarda giornata. Tornati in albergo possiamo solo fantasticare su come sarà domani… ma in fondo siamo troppo stanchi anche per pensare e ci addormentiamo quasi subito.

22 marzo – Terzo giorno

Fuori piove ancora, ma la pioggia e il cielo grigio non offuscano la sete che ho di conoscere un altro piccolo pezzo di questa città e non ostacolano il nostro programma di oggi: ci aspetta la Costiera Amalfitana! L’autobus viaggia per la strada stretta sopra la scogliera, ed io resto tutto il tempo con il naso appiccicato al finestrino per non perdermi nulla di quel paesaggio straordinario. Da un lato i monti innevati con i loro boschi verdi; dall’altro, il mare azzurro con sfumature di grigio dove è coperto dalle nuvole, brillante dove è illuminato dai raggi del sole. E poi, eccola là…Positano. Scendiamo per visitarla e ciò che vedo mi ipnotizza: le vie coperte dai rampicanti, le case di tutti i colori che scalano le rocce, i negozi tutti colorati. Semplicemente meraviglioso! Non ci sono parole per definire il Duomo di Amalfi. A Cava de’ Tirreni passeggiamo per i loggiati, caratteristica del paese e assaggiamo le famose zeppole dorate. Una giornata così non poteva terminare in modo più dolce!

23 marzo – Ultimo giorno

Dimenticherò mai le emozioni che sto provando? Dobbiamo tornare a casa, ma non sono ancora pronta. Nessuno è pronto, siamo tutti tristi al pensiero di lasciare Napoli anche perché è spuntato finalmente il sole e riusciamo a vedere sua maestà, il Vesuvio ornato dalla neve. Ultima tappa, la Reggia di Caserta. Da fuori ci sembra immensa…e anche dentro non scherza! La guida ci mostra molte stanze, una più bella dell’altra ed io quasi non ascolto la spiegazione, perdendomi tra le decorazioni: dagli affreschi ai lampadari, dagli specchi ai mobili e le statue. La solennità del palazzo mi suscita quasi timore. Ovviamente, una volta usciti, ne approfittiamo per fare una passeggiata fra i giardini, altrettanto belli e curati. Ѐ giunta l’ora di tornare a casa e tutti ci lamentiamo, perché non vorremmo andarcene. Questi giorni ci hanno unito e ci hanno fatto scoprire il piacere di stare insieme. Abbiamo avuto l’occasione di conoscerci meglio al di fuori del contesto scolastico e ci sono state sicuramente delle piacevoli e divertenti sorprese…

Dopo altrettante ore di viaggio, ecco Pistoia e la nostra scuola, dove ci aspettano i genitori. Torniamo a casa con la gioia della scoperta ancora negli occhi e sulla pelle. Non è solo emozione, l’esperienza della gita lunga ti insegna a camminare sulle tue gambe facendo affidamento sui compagni di classe. È lì che capisci quanto è importante avere degli amici, fare gruppo, aiutarsi reciprocamente, condividere lo stesso cibo, la stessa stanza, la stessa avventura. Siamo tornati con una carica in più prof, lo si sente nell’aria. Se è vero che nell’adolescenza si vivono esperienze che ti restano per sempre, questa è sicuramente una di quelle. Grazie prof!




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1 risposta su ““Non è solo emozione, una gita lunga ti insegna a camminare sulle tue gambe e a contare sui compagni di classe””

Ogni gita è un’esperienza che possiamo mettere in tasca e portare con noi nel nostro futuro. Ogni attimo, ogni condivisione, ogni informazione che assimiliamo, ci aiutano a vivere meglio giorno dopo giorno, poiché ciò che viviamo fa di noi ciò che siamo e che diventeremo.

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