3 giugno 2018

3 Giugno 2018

Sull’altare del mondo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 14,12-16.22-26)
Il primo giorno degli àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Il commento

Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo…” (14,22). Il brano evangelico ha riproposto le parole di quell’evento unico e irripetibile che annuncia il definitivo passaggio dall’antica alla nuova alleanza. Nella cena pasquale Gesù riassume la sua missione attraverso il pane e il vino, umili segni di una storia che d’ora in poi sarà segnata dalla sua divina presenza e in ogni tempo comunicherà ai discepoli l’amore creativo di Dio. Questa festa liturgica da una parte c’immerge nei giorni in cui Gesù offrì il suo Corpo e il suo Sangue per la salvezza del mondo; e dall’altra ci porta nel cuore della vita ecclesiale perché questo evento racchiude tutta la grazia che Dio ha donato all’umanità attraverso il Figlio: la Parola di verità, la grazia della croce, la potenza della resurrezione, il dono dello Spirito. San Tommaso scrive: “L’Eucaristia è il memoriale della passione, il compimento delle figure dell’Antica Alleanza, la più grande di tutte le meraviglie operate da Cristo, il mirabile documento del suo amore immenso per gli uomini” (Opuscolo 57). Tutta la storia della salvezza è come riassunta e nuovamente donata in questa celebrazione. L’Eucaristia inserisce la nostra vita in un orizzonte universale, come afferma Giovanni Paolo II: “Anche quando viene celebrata sul piccolo altare di una chiesa di campagna, l’Eucaristia è sempre celebrata, in certo senso, sull’altare del mondo. Essa unisce il cielo e la terra. Comprende e pervade tutto il creato” (Ecclesia de Eucharistia,  8). Questa parole invitano ad allargare l’orizzonte abituale delle nostre celebrazioni e ci fanno sentire protagonisti di una storia che attraversa i secoli.

La Chiesa vive dell’Eucaristia” Giovanni Paolo II. Non è soltanto un rito suggestivo ma la sorgente di quella vita sempre nuova che la Chiesa riceve e dona. Oggi chiediamo la grazia di accostarci alla mensa con la certezza che quel Pane ci rende capaci di comunicare l’acqua che disseta.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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