Cultura

Castità, eterosessualità e vita nascente: la lista nera delle parole proibite

silenzio

di Ida Giangrande

Caccia alle streghe, linciaggi in pubblica piazza e indice di libri e parole proibite: siamo sicuri che non è questo il Medioevo?

Ho sentito spesso ultimamente parlare di Medioevo, soprattutto su Facebook. Spesso basta poco, un’idea che non collima con il mainstream del pensiero, ed eccola spuntare questa parola utilizzata largamente in senso dispregiativo e scagliata con violenza come un sasso durante un linciaggio.

In fondo è facile parlare di Medioevo, ma quando penso a quell’epoca così lontana e diversa mi vengono in mente subito una serie di flash, istantanee di un mondo perduto forse troppo lontano o forse troppo vicino. Mi appaiono subito le distese chilometriche di campi verdeggianti, interrotti qua e là da baluardi di cemento, bastioni d’angolo e castelli giganteschi. E poi piccoli villaggi con una piazza centrale dove la gente si assiepa tra rudimentali bancarelle di legno grezzo e teatrini improvvisati. Ma il Medioevo è anche altro, un’epoca lunga di disorientamento politico e sociale, la conseguenza ovvia del crollo di un impero troppo grande come era stato Roma. La difficoltà della gente che non ha più una bandiera, né un’autorità civile in cui riconoscersi, né una lingua né un costume. L’anarchia dove a vincere sono sempre i più forti, i feudatari che dettano le regole, rovesciano gli equilibri e impongono le loro ragioni senza pensare a quelle degli altri in particolare a quelle dei più deboli. E ancora la chiusura gretta a ogni forma di democratica libertà del pensiero, e l’impegno a inibire la capacità di discernimento e di ragionamento delle persone. Quante assonanze con la nostra epoca! Così cronologicamente lontana e paesaggisticamente diversa, eppure così simile per grettezza, povertà e follia.

Oggi come allora abbiamo bisogno di trovare una strega, qualcuno a cui dare la colpa. Abbiamo bisogno di qualcuno da mettere alla gogna, alla berlina, al pubblico ludibrio, di qualcuno da offendere e ingiuriare a cui chiudere la bocca, contro il quale scagliarci. E ritorna quel linciaggio medioevale in una gogna moderna tutta digitale, dove la pressione diventa spesso mille volte più forte di qualsiasi tenacia e può indurre al suicidio come ci insegnano i casi di cronaca, penso a Tiziana Cantone tanto per citarne uno.

Come nel Medioevo ancora oggi abbiamo bisogno di un indice di cose da non leggere e cose da non dire. Un indice di parole proibite che ci fanno sussultare di paura e di vergogna anche se, a ben guardare, non sappiamo più cosa siano la paura e la vergogna. Castità è una di queste parole. Eterosessuale è un’altra, ma ce ne sono ancora, la lista è lunga e include anche verità e vita, troppo spesso sostituita da aborto.

Intanto il mondo si sgretola come uno di quei castelli di sabbia che senza acqua, diventano solo polvere esposta al vento. Mi chiedo cosa ne sarà dei nostri figli se insegniamo loro che avere una madre o non averla è la stessa cosa? Che non esiste una differenza tra uomo o donna e che i bambini si possono anche vendere come qualsiasi altra cosa che ha un prezzo e un mercato. Le donne esultano perché una legge sull’aborto è stata approvata come nel caso dell’Irlanda, mentre a Liverpool c’è chi si chiede ancora cosa ci sia dietro la morte del piccolo Alfie e il cuore di mamma Kate continua a piangere quel figlio troppo lontano ormai. La casa editrice per cui lavoro ha presentato un libro di una persona omosessuale che ha scelto con l’aiuto di un’associazione riconosciuta dalla Chiesa, di vivere in castità. C’è stato un linciaggio mediatico rispetto all’evento.

Mia nonna direbbe: “È il quadro della disperazione!”. E forse mio nonno le risponderebbe: “È solo la realtà!”. Ma io dico che la realtà si può cambiare e che siamo ancora in tempo per fermarci e riprendere i nostri posti, ognuno il suo nel cerchio della vita, è sempre stato così non possiamo arrogarci il diritto di sovvertire l’ordine naturale delle cose e pensare che il domani sarà migliore del presente. Sarebbe come mettere gli occhi al posto delle orecchie, le orecchie al posto degli occhi per poi domandarci come mai non vediamo e non sentiamo bene. L’altra sera in una trasmissione televisiva ho sentito dire: “Auspichiamo di avviarci sempre di più verso una Stato di diritto e non etico”. Uno Stato di diritto? Che significa? Abbiamo forse dimenticato che dietro ogni diritto c’è sempre un’etica da rispettare? Un valore morale, teologale e scientifico che segna il confine di ogni scelta e conta i passi dell’umanità? Tra movimenti politici e giochi di potere, il grande escluso sul tavolo della riflessione sociale e politica, mi sembra proprio il senso morale del cose.

Parole in circolo le mie o semplicemente una riflessione ad ampio raggio che interpella direttamente il nostro senso di responsabilità e ci costringe a rivedere criticamente ogni cosa che definiamo moderna? Io credo, e forse mi sbaglio, che modernità non vuol dire abbattere il confine morale di ogni cosa, ma recuperare il valore autentico della vita, del tempo e dell’amore.

 




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1 risposta su “Castità, eterosessualità e vita nascente: la lista nera delle parole proibite”

Ottima lettura dei tempi moderni e il paragone al medioevo. Non si può vedere senza etica, é anarchia, è confusione, si ritorna al caos primordiale. Un mondo senza etica é un mondo senza diritti se non quelli dei più forti a danno dei più deboli. Si il medioevo é questo e non quello che altri credono. Grazie Ida

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