CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Le ragioni del ministro Fontana e le parole usate come pietre

11 Giugno 2018

Lorenzo Fontana

Fontana ha pronunciato frasi sulle famiglie arcobaleno? Apriti cielo! Tutti contro di lui. Politici e giornalisti, sindacalisti e intellettuali. Ma a ben guardare, il ministro ha toccato anche tanti altri argomenti. Il guaio è che la famiglia non interessa alla politica.

Poche parole, del tutto ragionevoli, sono bastate per dipingere il ministro Fontana come un nuovo Torquemada, pronto a lanciarsi nella crociata contro la comunità omosessuale. Ha detto semplicemente che la primaria preoccupazione del suo dicastero è quella di sostenere la famiglia costituzionale (art. 29). Ha parlato ad esempio della scarsa natalità e della necessità di attuare una politica demografica più attenta ai bisogni reali delle famiglie, ha citato Paesi come la Francia e la Finlandia che non possono certo essere accusati di simpatie teocratiche: “In Francia c’è una detrazione fiscale proporzionale al numero dei figli; in Finlandia ogni bebè riceve alla nascita un box-culla pieno di prodotti per l’infanzia, e così via”. Il ministro ha detto anche che “si potrebbe pensare a un aumento degli assegni familiari o alla riduzione dell’Iva sui prodotti per i neonati”. Ha parlato della libertà di educazione e ha fatto riferimento all’istruzione parentale e al fenomeno –interessante e poco conosciuto – della home schooling, già presente in altri Paesi occidentali, che a piccole dosi inizia a farsi strada anche in Italia. Ha parlato della necessità di sostenere le famiglie numerose, quelle che hanno tre figli e più. Ha accennato anche ad altri temi. Tutte cose concrete. Cose che riguardano la vita reale delle famiglie.

Di tutto questo non c’è praticamente traccia nei resoconti dei media nostrani. L’unica cosa che interessa – e che ha ricevuto un’amplificazione indebita e perversa (nel senso etimologico) – sono le frasi sulle famiglie arcobaleno che, a detta del ministro, non esistono, cioè non sono contemplate nella legislazione attuale. Apriti cielo! Tant’è bastato per scatenare una bagarre indecente che non raramente sconfina nell’offesa. Tutti contro di lui. Politici e giornalisti, sindacalisti e intellettuali. “E ora chi ci difenderà?”, titolava il Corriere, riportando la preoccupazione di quei cittadini che hanno scelto l’omosessualità. Sembra il grido angoscioso di quanti sono costretti a vivere ai margini della società. Si tratta invece di una potente lobby che ormai domina incontrastata tanto nel mondo culturale quanto in quello dell’informazione e che può contare su una forte presenza parlamentare che abbraccia tutte le forze della politica.

Se non fossero cose serie ci sarebbe da ridere. A proposito, non so se avete visto la performance che Crozza ha dedicato al ministro Fontana, ridicolizzando le sue parole. Tutto è permesso ai comici, anche l’offesa. In fondo, si tratta solo di una satira. Si difendono così. C’è però una cosa che non quadra. In tanti anni di onorato e ben retribuito servizio pubblico, avete mai visto Crozza affrontare con ironia e sarcasmo quel mondo LGBT che difende a spada tratta dalle incursioni di Fontana? A me non pare. Un vero comico non si pone limiti, parla di tutto e di tutti, sferza con intelligenza e coraggio parole e comportamenti. Evidentemente la sua comicità ha dei limiti. Forse anche lui sa bene che chi tocca certi fili … rischia di morire.

È assai probabile che il ministro Fontana non riuscirà a realizzare tutte le idee della sua agenda politica perché mancheranno le risorse economiche ma … perché osteggiarlo fin dall’inizio? A chi giova presentarlo come un cattolico pronto a calpestare la laicità dello Stato? Perché non aprire un dibattito serio sulle proposte che egli ritiene necessarie per ridare fiato alla famiglia? Evidentemente nel mondo occidentale c’è un potere culturale che detta legge, una lobby che si oppone ad una civiltà che riconosce alla famiglia la sua oggettiva centralità. La famiglia non interessa alla politica. È bene saperlo.

Dovrebbe però interessare alla Chiesa che, unica tra le grandi istituzioni, guarda alla famiglia come ad una risorsa essenziale per l’umana società. La presenza di un Ministero per la famiglia e di un ministro che vuole attuare una politica a favore della famiglia avrebbe potuto suscitar apprezzamento e simpatia. Ma non ho letto di vescovi che hanno incoraggiato il ministro né di vescovi che lo hanno difeso dagli attacchi brutali che ha ricevuto e che, in parte, sono rivolti alla comunità cattolica in quanto tale. Si dirà che i vescovi non devono entrare nell’agone politico. È vero ma qui si tratta di affrontare una questione concreta e vitale, si tratta di promuovere la famiglia. Non è un’astratta battaglia ideologica ma la realtà di uomini e donne che cercano di vestire di gioia la loro vita e quella dei figli. La Chiesa non può tacere dinanzi allo sfascio.

Alle parole ragionevoli del ministro Fontana i suoi avversari hanno risposto con le invettive e la menzogna. Non mi sorprende. Quando mancano le idee e le critiche ragionevoli, è sempre efficace usare le parole come pietre. La lapidazione dell’avversario è una tecnica molto praticata dalla politica con la complicità di un’informazione che non racconta più la realtà ma solo quello che vuole vedere.

Abbiamo più di un motivo per essere preoccupati ma, proprio per questo, abbiamo tanti buoni motivi per diventare ancora più determinati nel proporre il nostro progetto sociale. Un impegno che riguarda tutti.

 




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3 risposte su “Le ragioni del ministro Fontana e le parole usate come pietre”

Condivido in pieno la riflessione su esposta.I cattolici, i Gruppi Famiglia, dove sono? La Chiesa istituzionele e il popolo di Dio, perchè pacatamente non fa sentire la sua voce e sostegno al ministro Fontana?

Condivido le affermazioni del Ministro Fontana.
Perchè i Gruppi Famiglia delle nostre parrocchie non fanno sentire la loro voce, scrivendo la loro solidarietà al ministro Fontana?

pienamente solidale con il ministro Fontana
non possiamo dimenticare che ogni volta che parliamo di bambini con “due papà” o “due mamme”, nello sfondo c’è un padre biologico o una madre biologica che ha accettato di concepito e partorito un figlio solo per allontanarlo da sé appena nato, consegnandolo alle cure di un’altra persona di cui il bambino non è figlio.

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