Maternità

Maternità, quando i diritti diventano un’ossessione

Le manifeste des Medecins

di Gabriele Soliani

Nella regione francese si discute sulla possibilità di aprire la fecondazione assistita anche alle donne single e alle lesbiche ma circa 1600 medici non sono d’accordo e non sono gli unici a pensarla così.

I “diritti” sembrano diventati un’ossessione. Fino a qualche tempo fa si parlava di paletti ma ora tutto viene travolto. Infatti sappiamo che a parlare di paletti senza rimarcare la verità (come facevano le nonne una volta) prima o poi questi sono percepiti come un ostacolo insopportabile per le moderne laiche libertà. E allora via anche quelli!

In Francia ora si discute l’approvazione della “Pma per tutte”, cioè la fecondazione assistita per coppie di lesbiche e donne single. A piacere. Per fortuna che l’idea ha scatenato una valanga di firme per il Manifesto che respinge questa ideologia.

Si tratta del Manifesto firmato in Francia da oltre 1600 medici e professionisti del settore per dire no alla “Pma per tutte”. È il testo che ha ricevuto più sottoscrizioni nella storia dei manifesti medici francesi. Riguarda la richiesta arrivata da più parti della società e da alcune frange del governo di consentire la fecondazione assistita alle coppie di lesbiche e alle donne single. Dunque una legge che consente di “fabbricare” volontariamente bambini senza padre. In Francia non è una novità perché il 17 marzo 2016 sul quotidiano Le Monde appariva una confessione firmata da 130 medici e biologi che diceva: “Noi medici abbiamo aiutato coppie omosessuali ad avere un bambino anche se la legge lo vieta”.

Ora ben 1600 medici hanno scritto e firmato questo appello: “Noi, medici, implicati nella vita quotidiana dei nostri concittadini, vogliamo con questo manifesto ricordare quali sono i ruoli, i limiti e le esigenze della nostra professione. Le autorità e gli utenti sono fortemente tentati dall’appropriarsi delle tecniche bio-mediche a fini partigiani. Noi mettiamo in guardia contro queste tentazioni e ricordiamo che: la Medicina è prima di tutto un’arte al servizio dei malati. I due principali obiettivi della medicina sono: prevenire le malattie e curare i malati. Il primo motto del medico è: Primum non nocere (Per prima cosa non nuocere). Non è compito del medico giudicare la vita. Anche quando deve accompagnare le coppie sterili che desiderano un figlio, il medico non ha il diritto di fare qualsiasi cosa per farla nascere. Il medico non deve essere al servizio di una ideologia, qualunque essa sia. La selezione delle razze, l’eugenetica, il doping, gli esperimenti sull’uomo, la “fabbricazione” di bambini al di fuori della complementarietà uomo-donna sono estranei agli scopi della Medicina. È compito del Consiglio dell’Ordine dei medici, espressione della nostra professione, far rispettare le regole della deontologia medica. Il medico sottostà alla legge in quanto cittadino. Lo Stato, per quanto gli compete, non deve sconfinare rispetto al suo ruolo chiedendo al medico di portare a termine delle azioni tecniche contrarie all’etica medica”.

Fa eco a queste affermazioni una sentenza storica della Corte Costituzionale in Italia che afferma: “La maternità surrogata offende in modo intollerabile la dignità delle donne e mina nel profondo le relazioni umane”. Anche le associazioni Arcilesbica, Se non ora quando, la scrittrice Susanna Tamaro e Marina Terragni, sono contro la maternità surrogata. Dicono le associazioni: “Siamo una rete di associazioni, gruppi e singole che intendono far valere – tra i principi fondativi della nostra civiltà e di una visione ricca della libertà delle donne – il rispetto della personalità femminile, la procreazione come atto libero non soggetto al mercato e la salvaguardia dell’umanità del bambino che non può essere oggetto di scambio”. Per questa affermazione l’Arcilesbica di Bologna è stata espulsa dal Cassero, una delle prime associazioni gay italiane, perché in contrasto con i programmi Lgbt. L’ubriacatura dei diritti fa perdere la bussola e il senso della realtà.




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