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Gli aborti diminuiti? Una fake news, ecco perché

ellaone

di Gabriele Soliani

Gli aborti sono davvero diminuiti? In realtà si praticano tutti i giorni dietro la dicitura “contraccettivo di emergenza” ma molte donne non lo sanno.

Non si capisce bene se sia una svista, un’impreparazione (grave) o un messaggio deliberato quello della definizione di “pillola del giorno dopo” nell’indagine condotta dall’Istituto SWG che realizza ricerche di mercato, di opinione, istituzionali, studi di settore e osservatori. Il concetto centrale è la cosiddetta “contraccezione d’emergenza”, cioè il principio chimico attivo che impedisce la prosecuzione della gravidanza se c’è stato un concepimento dopo un rapporto sessuale fertile. Non ci sono dubbi che la vita umana abbia inizio dal concepimento e non dall’annidamento in utero, che può avvenire fino a 7 giorni dopo il concepimento. Quindi assumere un principio attivo dopo il concepimento non è un contraccettivo ma un abortivo. Ma veniamo ai dati. La terza indagine SWG-Health Communication è stata condotta tra donne sul fronte della contraccezione e nel particolare sulla “contraccezione di emergenza” (Ce). Nella prima indagine la SWG di Trieste aveva indagato sull’opinione delle donne e dei farmacisti per capire se ci fossero difficoltà di accesso alla Ce, nella seconda invece è stata sondata l’opinione delle donne per saggiare la loro consapevolezza su questo “farmaco” e per verificare in che misura l’eliminazione dell’obbligo di ricetta fosse stata percepita.

Quest’anno i riflettori sono stati puntati su due punti di vista: quello delle giovani ragazze e quello delle madri che hanno figlie molto giovani. Obiettivo: indagare in generale sulle opinioni verso la Ce, sulla sua utilità come deterrente all’aborto e raccogliere la valutazione in merito alla liberalizzazione della vendita.

Per il 70% delle ragazze la Ce è un presidio utile al quale ricorrere senza problemi in caso di necessità. Per le mamme persistono invece ancora alcuni tabù (nel 53% dei casi), ma di fronte al rischio di una gravidanza non voluta anche loro (68%) scelgono la “pillola del giorno dopo”. Ancora tante le contraddizioni dovute a disinformazione e fake news. Infatti, mentre la disinformazione delle ragazze le induce a essere contrarie perché temono che possa essere dannosa per la salute, nelle madri il blackout dell’informazione e le “bufale” le portano a credere erroneamente che l’azione del farmaco sia assimilabile ad un aborto (che è appunto la verità).

L’ambiguità riguarda le due pillole. Una è quella del “giorno dopo” (Norlevo), l’altra è quella dei “5 giorni dopo” (ellaOne), che in realtà è sempre più usata ben oltre i 5 giorni dopo. Infatti il suo principio attivo è l’Ulipristal acetato parente stretto del Mifepristone, la famigerata RU 486 (l’aborto chimico fatto in ospedale fino al 49 giorno). L’Ulipristal acetato è un agonista del Progesterone, l’ormone prodotto dal corpo luteo e poi dalla placenta, che mantiene la gravidanza. Infatti l’Ulipristal acetato prende il posto del progesterone sulle cellule dell’endometrio uterino nel quale si è annidato il piccolo embrione il quale non essendo più nutrito muore. Dunque un aborto precoce.

Le Relazioni al Parlamento 2015 e 2016 del Ministro della Salute sulle Interruzioni volontarie di gravidanza hanno testimoniato una stretta relazione tra il decremento degli aborti e pillola del giorno dopo. Secondo il Ministero infatti, il notevole incremento di vendite di ellaOne, il nuovo farmaco “contraccettivo d’emergenza”, a seguito della libera vendita senza ricetta dopo i 18 anni avvenuta nel 2015, è stato uno dei fattori che hanno contribuito alla forte riduzione di aborti nel Paese, per la prima volta scesi sotto quota 90mila e diminuiti ancora nel 2016 (85mila).

Il ginecologo Emilio Arisi, presidente della Società medica italiana per la contraccezione (Smic), dice che il calo di aborti è dovuto “non tanto ad un aumento dell’utilizzo della Ce, ma al boom di preferenze del prodotto più efficace, ellaOne appunto. Rispetto alla ‘vecchia’ pillola del giorno dopo (Norlevo), il farmaco di ultima generazione (ellaOne) oltre che essere efficace fino al 5° giorno dall’atto sessuale non protetto – sottolinea il ginecologo – ha infatti anche dimostrato una maggiore efficacia anticoncezionale in generale, indipendentemente dal giorno di assunzione, oltre che avere lo stesso profilo di sicurezza per la donna che la assume”.

Ecco svelata la fake news! Si continua a dire alle donne, specialmente giovani, che si tratta di contraccezione quando è chiaro che si tratta di mezzi abortivi. L’aborto non è dunque calato ma nascosto con messaggi ambigui pilotati ad arte.




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