30 giugno 2018

30 Giugno 2018

L’umile fiducia

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,5-17)
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.

Il commento

Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito” (8,8). Il centurione romano non è stato nutrito con la Parola di Dio, non conosce la storia di Abramo che crede nonostante ogni evidenza (Gen 15,6), eppure in questa scena la sua fede si mostra ben più solida di tanti altri credenti. Evidentemente gli hanno parlato di lui, lo hanno descritto come un uomo di Dio che ha compiuto molti prodigi. Tanto basta per recarsi da Lui con umiltà. È sospinto dall’affetto per il servo ammalato. L’amore non si ferma dinanzi ai limiti imposti dalla ragione, non misura le possibilità con il metro del realismo, non si ferma e non si rassegna dinanzi agli ostacoli. Il centurione non teme di perdere la sua dignità – lui che è un comandante di una guarnigione romana – implorando l’aiuto di un predicatore senza titoli e senza potere. Quando Gesù accoglie la sua richiesta senza alcuna esitazione, conoscendo i rigorosi precetti del giudaismo, si sente in dovere di dire che non è affatto necessario entrare nella sua casa. “Dì soltanto una parola”: quest’uomo manifesta una fiducia totale nella potenza di Gesù. Ed è così convinto che Gesù possa compiere il miracolo, da non avere alcun dubbio che possa farlo anche da lontano, senza neppure entrare in casa sua, senza vedere o toccare la persona ammalata.

Se la fede non si traduce nell’amore e nella fiducia, resta un’adesione intellettuale. Come un uomo e una donna che dicono di amarsi ma non si sposano. Chi ama non vede confini e non disegna confini impossibili. Con la sapienza dei grandi santi, Teresa di Lisieux scrive alla cugina Maria: “Quello che offende Gesù, ciò che lo ferisce nel profondo, è la mancanza di fiducia!…” (LT 92, 30 maggio 1890). In ogni celebrazione eucaristica, prima di recarci all’altare per ricevere quel Pane che dona vita, ci viene chiesto di manifestare questa fiducia con le stesse parole del centurione. Insieme a Teresa oggi presentiamo questa supplica: “è con fiducia che ti chiedo di venire a prendere possesso della mia anima” (Ms C, 34v).



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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