CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Camminate nell’amore. Come fare della vita coniugale un pellegrinaggio

9 Luglio 2018

Santi Luigi e Zelia

Il 12 luglio la Chiesa celebra la memoria liturgica dei santi Luigi e Zelia Martin, icona di una santità alla quale tutti gli sposi sono chiamati. La loro esistenza è una salutare provocazione, un invito a fare della fede la luce che rischiara il cammino della vita.

Cari sposi,

la mia lettera oggi è rivolta a tutti gli sposi che, con gioia e fatica, fanno della loro vita un pellegrinaggio che ha come meta la beata eternità. Ce ne sono tanti, grazie a Dio. La loro testimonianza non fa notizia, non occupa le pagine della grande stampa ma rallegra il cuore di Dio e contribuisce non poco all’annuncio del Vangelo.

Tra pochi giorni (12 luglio) la Chiesa celebra la memoria liturgica dei santi Luigi e Zelia Martin, primizia e icona di quella santità alla quale tutti gli sposi sono chiamati. Quando proclama i santi, la Chiesa li propone a tutti i fedeli come testimoni qualificati del Vangelo. La loro esistenza è dunque una salutare provocazione, un invito a fare della fede la luce che rischiara il cammino della vita.

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Siamo abituati a pensare alla vita dei santi a partire dai gesti straordinari che essi hanno compiuto. In questo caso restiamo delusi. La vita di Luigi e Zelia si muove nel solco della vita ordinaria di una famiglia, fatta di piccole cose e di tanti sacrifici che rimangono nascosti. A pensarci bene, è proprio questa la bella notizia: gli sposi possono fare della vita domestica un’esperienza di vera santità, cioè una vicenda in cui la presenza di Dio risplende a chiare lettere.

L’esperienza terrena di Luigi e Zelia fu attraversata da non pochi eventi dolorosi. Sono i giorni della sofferenza in cui tutto si oscura: la morte dei figli, l’ansia per le malattie che avrebbero potuto rubare altri figli, il dolore di non poter allattare i bambini appena nati e doverli consegnare, fin dalla nascita, in mano a persone estranee, con tutte le preoccupazioni che questo comporta … i capitoli del dolore sono numerosi. E tuttavia, furono proprio questi eventi a plasmare l’unità coniugale e a fortificare la fede. Lì dove altri avrebbero ceduto, dando spazio alle parole più amare della rassegnazione, loro hanno custodito una grande pace ed hanno combattuto la battaglia della vita con le armi della preghiera.

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Non hanno mai dubitato di Dio, non lo hanno mai posto sul banco degli imputati, non lo hanno mai accusato di sovrana indifferenza. Al contrario, hanno sempre lasciato a Lui il compito di tracciare la strada. Per questo ogni pagina della loro vita si conclude con un inno di lode al Signore che compie meraviglie. Tutto era illuminato da questa regola: “Ci dobbiamo mettere nella disposizione di accettare generosamente la volontà di Dio, quale che sia, poiché sarà sempre quello che vi può essere di meglio per noi”. Una parola che tante volte usiamo anche noi. Ma Zelia scrive questa dichiarazione di fede nel mese di maggio 1877 quando la malattia avanza rapidamente e poco alla volta consuma tutte le speranze. È commovente pensare che scrive queste parole alla figlia Paolina, che allora aveva solo 15 anni, vuole prepararla a vivere nella fede ciò che sta per accadere. Credere significa affidarsi.

Nel solco di questa esperienza santa, la Cappella Martin di Angri (SA), invita gli sposi a vivere un pellegrinaggio coniugale, un’esperienza senza dubbio originale e molto suggestiva che abbiamo chiamato Via Amoris. Nella serata tra sabato e domenica (14-15 luglio) coppie di fidanzati e sposi sono invitate a vivere un pellegrinaggio a piedi partendo da due luoghi diversi per poi ritrovarsi dinanzi alla Cappella dove custodiamo le reliquie dei santi Luigi e Zelia. Insieme entreranno in chiesa e parteciperanno ad una celebrazione eucaristica nella quale rinnoveranno le promesse nuziali.

Rinnovare il patto nuziale è un passaggio significativo nella vita di una coppia. Gli sposi fedeli lo rinnovano ogni giorno, senza suonare la tromba, attraverso i gesti quotidiani del servizio. Me è bene, anzi è doveroso farlo ogni anno anche nel contesto di una celebrazione liturgica in cui gli sposi invocano e ricevono da Dio stesso il fuoco dell’amore.

Giovanni Paolo II diceva che il mondo “ha bisogno di una primavera di santità, che accompagni gli sforzi della nuova evangelizzazione e offra all’uomo del nostro tempo, spesso deluso da vane promesse e tentato dallo scoraggiamento, un’indicazione di senso e un motivo di rinnovata fiducia”. (Omelia, 1 novembre 1992). Stando più vicini ai santi e contemplando la fedeltà della loro testimonianza, gli sposi imparano a cercare la santità, senza fermarsi a metà strada e senza mai arrendersi. La certezza della grazia di Dio è molto più grande dei limiti umani.

Per molti sposi, Luigi e Zelia sono diventati amici e compagni di viaggio. Alla loro intercessione affido tutti gli sposi: quelli che camminano speditamente e quelli che sono stanchi, quelli che portano una spina nella carne e quelli che sperimentano la gioia della fede, quelli che vivono i giorni dell’alleluia e quelli che devono affrontare situazioni di dolore. Facciamo della vita un pellegrinaggio. Non importa chi arriva prima, ciò che conta è giungere alla meta e ritrovarsi nella beata eternità. È quello che auguro a tutti.

don Silvio

Per info sul programma della Festa dei santi Luigi e Zelia e della Via amoris clicca QUI

 




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