Scuola

“Grazie Prof!”, una pagina che profuma di emozioni

di Elisabetta Cafaro

Un blog sulla Scuola? Il mio modo di raggiungere i cuori dei ragazzi. Loro sono i colori dell’arcobaleno nel grigiore della quotidianità.

La macchina sulla quale viaggio è diretta a Pompei una delle località del Sud Italia famosa per i suoi scavi archeologici ma soprattutto per il culto mariano.

Alla guida c’è Geppino, accanto sua moglie Carla. Sono una bella coppia e anche se un po’ avanti negli anni, non hanno perso quel giovanile e coinvolgente entusiasmo che li rende davvero unici. La loro unione è un mix di amore, complicità, affetto e amicizia. Guardarli significa apprendere e comprendere che l’amore coniugale non è solo quello che spesso si sente dire, una chimera, o peggio una “tomba” ma qualcosa di più, qualcosa che resiste nel tempo e alle difficoltà della vita. Il segreto? Affidare tutto nelle mani di Dio.

Siamo diretti verso l’Oasi San Giuseppe, una casa di accoglienza per giovani seminaristi guidata da don Silvio Longobardi, fondatore della Fraternità di Emmaus. In questa occasione vengo a conoscenza, con vero piacere e non senza un pizzico d’orgoglio, che Geppino e Carla seguono con grande interesse il blog “Grazie Prof!” sul quotidiano online Punto Famiglia.

Ascolto le osservazioni di Geppino su alcuni articoli mentre contemplo dai finestrini della macchina il campanile tanto familiare e tanto amato della maestosa Basilica dedicata alla Madonna del Rosario. Carla mi chiede come nasce il blog, se scrivono i ragazzi e in che modo vengono stimolati a farlo. Sono al centro di un’intervista inaspettata, bella e spontanea. Un’intervista “dove ogni cosa si vede bene solo con il cuore perché l’essenziale è invisibile agli occhi” come direbbe Antoine de Saint-Exupéry l’autore del Piccolo Principe.

In “Grazie prof!” spero sempre di raggiungere e toccare l’altro con il cuore. In questa mia prima e bellissima esperienza come collaboratrice di un giornale, ho subito compreso che nessuno sa cosa ci sia laggiù, in fondo alla nostra anima, ed è per questo che tutto nasce “a caso” basta un’emozione, una parola, un semplice sguardo o solo un sorriso. Nelle pagine di una quotidianità semplice, fin troppo “scontata” dove all’apparenza non c’è nulla di straordinario, vedo nascere un arcobaleno di colori, perché le mie esperienze con i giovani presentano davvero tutti i colori dell’arcobaleno.

Leggi anche: https://www.puntofamiglia.net/puntofamiglia/2018/06/05/ero-una-ripetente-catalogata-tra-le-pecore-nere-oggi-sono-uninsegnante-e-a-voi-ripetenti-dico-non-lasciatevi-etichettare/

Lavorare con i giovani significa non stancarsi di cercare il senso della vita e di tirar fuori i perché nascosti nei cassetti dell’anima. Un’anima che ci interpella, ci pone di fronte all’essenza di noi stessi. Scrivere e aiutare gli altri a farlo, significa viaggiare nel nostro mondo interiore, scoprire i nostri limiti e affrontarli senza paura.

“Grazie Prof!” è una pagina che profuma di emozioni semplici, fluttuanti e libere dalle convenzioni sociali e dai prodotti confezionati. Una pagina che tutti possiamo scrivere perché ognuno di noi è un libro, una penna, un sogno, una storia. In fondo davvero nessuno è così povero da non aver una storia da raccontare, una pagina da scrivere, un dolore da superare.

Leggi anche: https://www.puntofamiglia.net/puntofamiglia/2016/10/21/le-domande-che-i-giovani-si-portano-dentro-e-che-gli-adulti-non-hanno-il-tempo-di-ascoltare/

L’ora di religione poi è una luce di speranza che si accende per illuminare i giorni fragili e quelli forti, per donare spunti di riflessione, come mi scrive la mamma di una mia alunna:

“Finita la scuola posso permettermi senza apparire leziosa, di ringraziarla di cuore per il lavoro che ha saputo fare con i ragazzi in questa fase così difficile della loro vita, in cui devono ancora scoprire quello che sono e che vorranno diventare. È stato per mia figlia Viola un anno faticoso per diversi fattori, ma in lei ha senz’altro trovato una motivatrice infaticabile. Grazie ancora e tanti auguri per il futuro. Francesca Bracali”.

Mentre appunto su un taccuino le cose da dire, mi accorgo che siamo arrivati all’Oasi San Giuseppe. Geppino e Carla ancora non sanno di essere i protagonisti del nuovo articolo e credo che sarà una piacevole sorpresa, ma preferisco non dirglielo in quel momento. Nel meraviglioso giardino dell’Oasi è tutto pronto per la celebrazione eucaristica ma per entrare nel mistero è necessario fare silenzio.




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2 risposte su ““Grazie Prof!”, una pagina che profuma di emozioni”

Spero che possa seguire i ragazzi anche per il prossimo hanno, nella scuola italiana c’è bisogno di persone entusiaste,è così raro trovarne.
Pertanto che dire…
GRAZIE PROF!

Ritrovandomi spesso a leggere le vostre parole e a commentarle, non posso che concordare col fatto che siate un’insegnante più unica che rara, e che il vostro blog è in grado di ispirare giovani e adulti. Si vede quando ci si mette il cuore!

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