Santità coniugale

Chiara Corbella, sposa e madre in cammino verso la santità

Chiara Corbella Petrillo

di Giovanna Abbagnara

Per Chiara Corbella Petrillo inizia la causa di beatificazione e canonizzazione e noi come Punto Famiglia esultiamo per questa giovane sposa e madre morta il 13 giugno 2012 per un carcinoma che l’ha consumata in pochi mesi. Aveva 28 anni, una vita ordinaria, trapassata dalla luce della fede che rende l’ora della prova un annuncio di speranza. Insieme al suo sposo Enrico sono una testimonianza eroica di una amore trasfigurato dalla croce.

La storia di Chiara all’indomani della sua morte divise l’opinione pubblica, tra quelli che restarono stupiti e increduli davanti ad una donna con una fede incrollabile e quelli che vedevano solo una madre irresponsabile che lasciava un figlio da solo, dopo averne messo al mondo due infelici, morti subito dopo. Certo è, che la vita di Chiara in questi sei anni ha posto dei seri interrogativi al nostro modo di vivere la fede. È una cartina di tornasole che non possiamo ignorare perché ci scuote fin nel profondo della nostra anima. L’ amore di una donna per il suo sposo, la tenerezza di una madre per i suoi tre figli, il modo di affrontare quello che lei chiamava il “drago”, mette a dura prova la nostra fede e ci inchioda ad una domanda che brucia dentro come fuoco: “Sono pronta a dare anch’io la mia vita? Sono pronta ad abbracciare la mia croce ogni giorno? Ad amare senza aspettarmi riconoscenza? A sorridere anche quando tutto vacilla?”. Chiara è stata discepola del Maestro, senza compromessi, senza tentennamenti, perché “Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio” (Lc 9, 62).

E lei non si è mai voltata indietro, quando le è stato chiesto di offrire tutto, ha detto sempre di sì: prima Maria Letizia, poi Davide Giovanni e infine la sua vita. Tutto è stato offerto sull’altare della fiducia e dell’abbandono alla volontà di Dio. Proprio come la Vergine Maria, Chiara ha vissuto il suo fiat. Chiara ed Enrico, il suo sposo si sposano il 21 settembre del 2008. Una nuova vita fa presto ad affacciarsi alla porta del loro amore. Chiara scopre quasi subito di essere in attesa. La gioia è immensa per i giovani sposi e per le persone a loro care. Belli, giovani e pieni di fede, per tutti era scontato che il Signore avrebbe benedetto questa unione con la nascita di un bambino sano e forte. È Chiara che racconta questi momenti ad un incontro di Scienza e Vita nell’ottobre del 2009: “Per la seconda ecografia prenatale, andai da sola perché Enrico era ricoverato in ospedale per una ciste. Sembrava tutto normale finché ho visto il viso di Daniela (la ginecologa) cambiare espressione. Mi ha detto che la bambina presentava una malformazione grave che non si poteva curare. Al momento l’unica cosa che pensai fu come dirlo ad Enrico. Tornai a casa ed ebbi una notte molto travagliata. Al mattino prima di recarmi in ospedale, ho visto un quadro della Madonna e mi sono ricordata che il Signore avevo chiesto a lei di annunciare a Giuseppe l’arrivo inaspettato di una nuova vita. Le aveva chiesto di accettare quel figlio che non era per lei”.

Con questa luce nuova, Chiara comunica ad Enrico l’arrivo di una figlia anancefalica, quel dono inaspettato riempie di vita il loro amore. Le persone intorno non comprendono la decisione di portare avanti quella gravidanza senza futuro. “Io che avrei voluto nascondere e vivere nel nascondimento questa gioia mista a dolore”, continua Chiara, “mi sono ritrovata con una pancia enorme. Tra le controindicazioni, infatti, di questa malformazione c’è un’abbondanza di liquido amniotico. E Maria si faceva sentire scalciando continuamente quasi a volerci ricordare ogni giorno la sua presenza nella nostra vita”. Quando il giorno del parto arriva, Chiara ed Enrico sono pronti ad accoglierla. “Nel momento in cui l’ho vista, ho capito che saremo state legate per la vita. L’abbiamo subito battezzata fatta conoscere ai nonni, agli amici. L’ho tenuta tra le mie braccia mezz’ora. Una mezz’ora bellissima che mi ha fatto rendere conto che noi mamme abbiamo ricevuto un dono immenso. Quel giorno è stato il più bello della mia vita”. Così Gianluigi De Palo, amico e testimone di questo amore racconta del funerale di Maria Letizia: “Ho assistito personalmente al funerale che è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Una vittoria di Cristo sulla morte, ribadita da questa piccola bara bianca e da due genitori che hanno scritto e cantato, ringraziando e lodando il Signore per tutta la Messa”.

Qualche mese dopo, ecco un’altra gravidanza. Fin dall’inizio, anche in questo caso, l’ecografia rivelava delle gravi malformazioni, di seguito confermate incompatibili con la vita. Nasce Davide Giovanni il 24 giugno 2010. Anche lui vive solo pochi minuti. Un altro funerale, vissuto con la stessa fede. Un altro fiat ai piedi della croce. Innamorati della vita, fiduciosi nel Signore che sa ciò di cui abbiamo bisogno, ecco l’annuncio di una terza gravidanza: Francesco. Questa volta le prime ecografie fanno ben sperare. È tutto a posto per il piccolo ma non per la madre. Al quinto mese di gravidanza, Chiara scopre di avere un carcinoma sublinguale. Insieme ad Enrico, decide di rimandare le cure invasive che potrebbero creare problemi di salute al suo bambino. Ma il “drago” non aspetta, si insinua sottile e insidioso. Francesco nasce il 30 maggio del 2011 ed è gioia grande in casa Petrillo. Inizia ora il combattimento più duro. Chiara è sottoposta ad intervento chirurgico e alle cure del caso. Vuole vivere per dedicarsi a quel figlio tanto amato e desiderato.

Ma dopo pochi mesi, il 4 aprile 2012, Chiara è definita dalla medicina, una malata terminale. Chiede al Signore una sola cosa: la serenità per affrontare il tempo che le rimane. Padre Vito, il frate francescano che segue la coppia di sposi, l’amico di sempre, propone di ritornare a Medjugorje tutti insieme. Chiara è affaticata dal pensiero del viaggio ma si fida e parte insieme al suo Francesco e ad Enrico. Ancora una volta ai piedi di Maria per consegnare il suo sì, quello dell’ora della prova. La Vergine esaudisce la sua preghiera. Padre Vito nell’omelia pronunciata al suo funerale dirà: “Quella notte del 12 giugno io tornavo da un viaggio. Era l’una di notte e Chiara stava molto male. Abbiamo celebrato l’eucarestia. Chiara era bellissima, il suo dolore era come sollevato. La Vergine le ha fatto conoscere la consolazione nella tribolazione”. “Gli ultimi giorni”, ricorda ancora padre Vito, “Enrico le ha domandato se fosse veramente dolce portare la croce e Chiara ha risposto: “Sì, è dolcissimo”. Quando è morta mi è parso di rivivere la pagina del vangelo che racconta del centurione, quando alla vista della morte di Gesù ha esclamato: “Costui era veramente figlio di Dio!”. Le esequie di questa giovane donna sono state un inno alla vita, un’esplosione di fede: i canti eseguiti da Enrico, quei testi e quelle musiche composte insieme a Chiara, che era una violinista, e Francesco che insieme ad altri bambini, scorrazzava in Chiesa.

È il giorno in cui la Chiesa celebra il Cuore Immacolato di Maria, Chiara vestita da sposa, varca la soglia dell’eternità. “Vado a prendermi cura di Maria e Davide, tu resterai con papà”, ha scritto al suo Francesco prima di morire, lasciando la più grande eredità che un genitore possa offrire, amare senza misura, amare Dio al di sopra di ogni cosa, vivere pienamente ogni istante nella sua volontà. Uscendo dalla Chiesa ognuno ha ricevuto una piantina da portare a casa. Era un desiderio di Chiara. Se il chicco di grano caduto a terra muore, porta molto frutto…

Qui L’Editto con cui la Diocesi di Roma annuncia l’apertura della causa di canonizzazione: http://www.postocd.org/it/documenti/208-editto/file




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