24 luglio 2018

24 Luglio 2018

Vivere da fratelli

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,46-50)
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

Il commento

Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre” (12,50). Non è solo un’immagine presa in prestito ma l’annuncio di una nuova realtà: Gesù vuole che la Chiesa sia una famiglia. Una vera famiglia i cui legami non sono generati dalla carne e dal sangue ma dalla fede, cioè dal riconoscersi figli di Dio. La Chiesa non si pone in alternativa alla famiglia naturale ma rappresenta da una parte il suo fondamento e dall’altra il suo indispensabile compimento. In realtà, l’appartenenza a Dio viene prima di ogni legame di sangue e rigenera ogni relazione umana, anche quelle familiari. La volontà di Dio diventa così il criterio fondamentale che plasma la vita della famiglia. Tutti siamo chiamati a rinascere dall’alto, come annuncia Gesù a Nicodemo (Gv 3,3). La creazione risorge e si rinnova a partire da Cristo. Questa Parola rappresenta sfida per la famiglia, chiamata a rinascere e a camminare nella luce dello Spirito. Ma è una sfida anche per la comunità ecclesiale, chiamata ad essere “casa e scuola di comunione”, come diceva Giovanni Paolo II. La Chiesa non è un’aggregazione anonima d’individui, riuniti per uno scopo comune, né un’azienda dove ciascuno svolge il suo ministero, ma una vera famiglia dove la coscienza di essere figli dell’unico Padre, c’impegna a vivere da fratelli e a costruire una comunione affettiva ed effettiva, condita di quella sincera condivisione che consiste nel prendersi cura gli uni degli altri. Una sfida bella e impegnativa che spesso appare come un ideale affascinante ma irraggiungibile. Dobbiamo riconoscere che esiste una distanza abissale tra la proposta ideale e la vita reale. C’è una Chiesa anagrafica, quella che registra i nomi dei battezzati; e una Chiesa effettiva, quella dei discepoli che nonostante tutti i limiti, s’impegnano a vivere da fratelli, diventando un sostegno l’uno per l’altro. Questa Chiesa non nasce dalla buona volontà. Solo lo Spirito che trasforma pane e vino nel Corpo e Sangue di Gesù, può fare di noi un solo Corpo. È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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