26 luglio 2018

26 Luglio 2018

Noi invece abbiamo veduto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,10-17)
In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice: “Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!».

Il commento

In verità vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro” (13,17). La conclusione dell’insegnamento sulle parabole ci interpella da vicino. Da una parte invita a rallegrarci perché siamo testimoni oculari di quella grazia che tanti altri giusti d’Israele hanno potuto vedere solo da lontano. Con la Chiesa degli apostoli, anche noi possiamo dire che abbiamo veduto, udito e toccato il Verbo della vita, Colui che ha creato ogni cosa (1Gv 1, 1-2). Il Mistero si è manifestato nella storia. Siamo entrati nella “pienezza del tempo” (Gal 4,4). Ma noi sappiamo anche che questa pienezza è solo la primizia di un’avventura che ancora non ha trovato il suo definitivo compimento. Siamo dentro una storia che cammina verso la pienezza.  Quello che vediamo è solo un frammento di quello che Dio ha promesso, una piccola parte di quella storia della salvezza che il buon Dio non si stanca di realizzare lungo i secoli. Quel Regno che Gesù ha annunciato non è ancora pienamente manifestato. Possiamo fin d’ora gustare la gioia ma non vedere la pienezza. Siamo ancora in attesa del compimento. Ma non possiamo stare a guardare. Il Libro dell’Apocalisse ricorda che la veste splendente della Chiesa, la Sposa dell’Agnello, è intessuta con le “opere giuste dei santi” (Ap 19,8). Abbiamo dunque il compito di partecipare attivamente all’opera di Dio. La fatica della testimonianza ricama la veste della Chiesa. Chiediamo la grazia di non perdere mai questa coscienza e di sentirci umilmente ma pienamente protagonisti di questa storia. Non il protagonismo di chi vuole apparire ma di chi desidera fare la propria parte, senza farsi notare. Come i santi Gioacchino e Anna che oggi la celebriamo nella liturgia. Oggi chiediamo la grazia di metterci all’opera con generosità perché tanti altri possano vedere e riconoscere in Gesù il Dio fatto uomo, l’unico che può “dare risposta ai più profondi desideri del cuore umano, che mai può essere pienamente saziato dai beni terreni” (Gaudium et spes, 41).



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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