23 agosto 2018

23 Agosto 2018

Dipende da te

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22,1-14)
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare loro con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Il commento

Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale” (22,11). La prima parte della parabola (22, 1-10) mostra il volto di un Dio che chiama e insiste perché tutti gli invitati (cioè tutta l’umanità) possano partecipare al banchetto della vita. La seconda parte ricorda che non possiamo restare nella casa di Dio se non facciamo la nostra parte (22, 11-14). Partecipare al banchetto non è nostro merito ma restarvi dipende dalla nostra fattiva collaborazione. “Chi ha creato te senza di te, non può salvare te senza di te”, diceva saggiamente Sant’Agostino. Dio rimprovera con molta severità colui che trova senza l’abito adatto e chiede conto. Ma l’uomo tace (24,12), si rende conto di aver mancato ma non può difendersi né giustificarsi. Con spietato realismo la parabola evangelica annuncia che ci sarà un tempo in cui l’appello alla conversione sarà sostituito dal giudizio: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti” (22,13). Questa immagine non è consueta, siamo abituati a vedere Dio nella luce della misericordia senza limiti. Ed è giusto perché è questo il filo roso che attraverso tutta la Scrittura. Basta pensare all’esperienza di Mosè (Es 34, 6-7), all’annuncio del salmista (Sal 102, 11-12) oppure a questa bellissima parola del profeta Osea: “Non darò sfogo all’ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Èfraim, perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira” (Os 11,9). Tutto questo è vero ed è la nostra più grande consolazione. Ma non dobbiamo trascurare quelle pagine, come quella di oggi, in cui leggiamo che il vero amore non rinnega la verità e la giustizia.

Questa parabola è un segno della tenerezza di Dio che ci avverte del pericolo: “Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti” (Ap 3,19). Beati noi se fin d’ora, accogliamo il richiamo di Dio come una medicina salutare e, invece di protestare la nostra impossibile innocenza, ci mettiamo subito all’opera per corrispondere alle Sue attese.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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