24 agosto 2018

24 Agosto 2018

Ti ho visto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,45-51)
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Il commento

Vieni e vedi” (1,46). Filippo è carico di entusiasmo, l’incontro con Gesù lo ha elettrizzato. Non può fare a meno di comunicare la sua esperienza all’amico Natanaele. Non si limita a raccontare ciò che è avvenuto ma, mosso da vera carità, sospinge l’amico a incontrare Gesù. E questi, probabilmente per amicizia, accetta la sfida. Nel cammino di fede ogni passo è decisivo. La fede nasce dall’annuncio ma passa attraverso la disponibilità personale. E non basta l’iniziale curiosità: ci sono quelli che vengono ma si fermano sulla soglia e, alle prime difficoltà, voltano le spalle. Chi agisce così non arriverà mai a comprendere la “verità tutta intera”. Filippo invita Natanaele a vedere (= conoscere) Gesù, in realtà è Gesù che lo vede per primo e afferma di conoscerlo molto bene: “Io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi” (1,48). Non sappiamo bene il significato di quest’espressione. Secondo i rabbini il fico era l’albero della conoscenza del bene e del male di cui parla la Genesi. All’ombra del fico la gente si fermava per sostare o anche per leggere e meditare la Legge. Gesù dice a Natanaele che lo conosce come un uomo giusto, uno che medita la Legge e attende il Messia. Forse gli rivela anche qualche particolare che nessun altro conosce. Una cosa è certa: le parole di Gesù penetrano nel cuore di Natanaele e lo aprono alla fede.

La comunità è il luogo dell’ascolto e della comunione, quello in cui impariamo a vivere la fede. Le celebrazioni e gli incontri comunitari non sostituiscono l’incontro personale, la preghiera silenziosa in cui ciascuno si trova dinanzi al Signore Gesù. È questo il contesto in cui Gesù parla al cuore e rivela cose che nessun altro può dire. Grazie all’incontro personale la fede mette radici e diventa patto definitivo. La comunità accompagna, rischiara il cammino, sollecita, aiuta a rialzarsi nelle cadute. Ma tutto si gioca nella preghiera personale. È un passaggio fondamentale che non tutti fanno. Ed è proprio questa la sfida che oggi chiediamo di affrontare.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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