CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Come muore una madre santa

27 Agosto 2018

Zelia Guérin

Nel blog di oggi don Silvio presenta l’ultimo passo della vita di santa Zelia Martin insieme al suo sposo e alle figlie. Emerge il tratto di una donna forte che nell’ora della prova, nonostante il dolore di lasciare la sua famiglia, vive l’abbandono ad un Dio che la chiama all’eternità.

Cari amici,

oggi concludo le riflessioni sulla vita della famiglia Martin, nelle settimane precedenti vi ho parlato di Luigi, il patriarca che spesso rimane nell’ombra, ma oggi non posso non accendere i riflettori su Zelia, sposa e madre, alla vigilia dell’anniversario della sua morte (28 agosto 1877).

La vita di questi santi sposi non è stata una tranquilla passeggiata, hanno accettato di vivere con responsabilità ogni impegno: i figli, il lavoro, il vecchio padre accolto in casa, la carità … Zelia scrive al fratello: “Ho preoccupazioni fin sopra la testa. […] Non so più da che parte voltarmi, sono in piedi dalle quattro e mezzo del mattino sino alle undici della sera” (LF 33, 8 giugno 1868). I figli sono fonte di preoccupazione eppure vive l’accoglienza della vita con eroica generosità, come appare in queste lettera inviata alla cognata: “Ne abbiamo già cinque, senza contare quelli che possono arrivare, giacché non dispero di averne ancora tre o quattro!” (LF 32, maggio 1868). Ha accettato di vivere tutto con responsabilità, senza mai giocare al risparmio Negli ultimi mesi della sua vita, facendo un bilancio può scrivere con una certa fierezza: “Ho lavorato per quattro, e quattro capaci di lavorare senza perdere tempo. Ho condotto una vita dura tanto che mi costerebbe molto ricominciarla, credo che mi mancherebbe il coraggio” (LF 205, 7 giugno 1877).

La vita di Luigi e Zelia Martin è fatta di scelte importanti nelle quali emerge a chiare lettere l’amore per Dio e il desiderio di vivere la fede con impegno e generosità. E tuttavia, è facile dirsi cristiani quando tutto va bene; è facile sentirsi figli quando non ci manca niente. Ma quando la terra trema sotto i piedi, quando la morte bussa alla porta e ruba i figli che hai partorito con fatica; quando il dolore si insedia nella carne e consuma rapidamente il corpo … In questi casi, anche la fede dei più coraggiosi e convinti, inizia a vacillare e spesso si fanno strada i dubbi. Non è così nella vita di Luigi e Zelia. Anzi possiamo dire che le pagine più luminose sono quelle più dolorose. Nel tempo della prova hanno dato una testimonianza che, senza retorica, possiamo definire davvero eroica.

La vita riserva tanti passaggi faticosi, il più difficile è quello della morte. Non è facile dire addio alla vita quando si hanno figlie ancora piccole. Zelia non teme la morte. Quand’era ancora giovane, dichiara candidamente: “se non avessi figli da allevare, saluterei la morte con gioia, «come si salute la dolce e pura aurora di un bel giorno»”.  (LF 20, 23 dicembre 1866). La fede nell’eternità beata la mette al riparo dalle inutili angosce. Ma quando arriva il tempo di deporre le armi, quando i giorni della vita si fanno più corti e quando il tramonto si avvicina a rapidi passi, allora Zelia si sente stretta dalla morsa: da una parte sa bene che sta per incontrare il Dio della vita e dell’amore; ma dall’altra prova un’indicibile amarezza: “E proprio ora, che finalmente potrei respirare, vedo il segno della partenza, come se mi dicessero: «Tu hai fatto abbastanza, vieni a riposarti». Ma no, non ho fatto abbastanza, queste bambine non sono allevate” (LF 205, 7 giugno 1877). Queste parole sono indirizzate al fratello e alla cognata. Alle figlie, invece, offre la più bella testimonianza di una fede che non si lascia turbare dagli eventi, anche da quelli più drammatici.

La vita è fatta di passaggi oscuri faticosi, l’eccomi della fede veste tutto di luce e permette di riconoscere la mano provvidenziale di Dio anche dove gli occhi della carne vedono solo spine. Non possiamo evitare i giorni del dolore, ma possiamo chiedere la grazia di vivere tutto nella luce.

A questi santi genitori affidiamo le preoccupazioni e le angosce di tanti sposi che portano la passione di Gesù nella carne e nel cuore. Affidiamo in particolare le numerose vittime delle tragedie che hanno segnato queste ultime settimane. Non tutti hanno lo stesso coraggio e la stessa fede, anzi non pochi vacillano e cadono.


Signore Gesù
la vita ci conduce per sentieri imprevisti
e tante volte, troppe volte
la prova diventa una tentazione
e genera una distanza
Per questo Ti preghiamo,
anzi Ti supplichiamo:
nel tempo della croce non ci abbandonare,
donaci il balsamo della tua presenza
e rendici ancora più saldi nella fede.

Ti chiediamo ancora:
sazia il cuore di chi cerca la verità,
dona luce a quelli che camminano nell’oscurità,
consola quanti sperimentano la fatica
dona pace a quelli che si sentono umiliati.
Dona speranza a quelli che sono delusi,
sostieni quelli che vacillano.

I santi Luigi e Zelia
hanno attraversato il deserto della prova
con la lampada della fede
e sono giunti integri alla terra promessa.
Per loro intercessione
dona a tutti noi la forza della fedeltà.
Amen




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1 risposta su “Come muore una madre santa”

La Vita de Santa Zelia Martin mi fa ricordare la Vita di mia Mamma (deceduta il 21 aprile di quest’anno). Solo una grande Fede puó dare Forza ai Genitori per vivere le difficoltà nella serenità e morire in Pace: la Fiducia che Dio è Fedele a quanto promete (la Sua Providenza in Terra e poi la Vita Eterna).

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