3 settembre 2018

3 Settembre 2018

L’unico protagonista

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,16-30)
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Il commento

Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere” (4,16). Oggi iniziamo a leggere il Vangelo di Luca. Partiamo da Nazaret, la città dove Gesù era cresciuto. Stando alla trama narrativa del terzo evangelista, è qui che Gesù inizia la sua missione e annuncia il suo programma. Nel dettagliato racconto Gesù appare come l’unico protagonista. Tutti i particolari servono a far emergere la sua assoluta centralità. E difatti, anche se la scena è ricca di altri personaggi, a nessuno di loro viene data la parola. Quel giorno la piccola sinagoga del villaggio è certamente piena di gente, più del solito: tutti venuti per ascoltare il loro concittadino di cui si dicono tante cose. L’evangelista riferisce i loro pensieri e anche le azioni che essi compiono (4, 28-29), ma si ha l’impressione che sono solo figuranti. All’inizio e alla fine c’è solo Gesù. Proviamo a rileggere questo brano segnando i verbi che si riferiscono a Lui: venne a Nazareth, entrò nella sinagoga, si alzò a leggere, aprì il rotolo, riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente, sedette, cominciò a dire, rispose loro, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Dieci verbi che descrivono accuratamente ogni gesto. Non c’è alcun dubbio: è lui l’unico protagonista. La pagina evangelica è ovviamente ricca di tante provocazioni. Mi basta però consegnare questa semplice suggestione: nella trama così spesso complessa della nostra vita, lasciamo a Gesù il ruolo che gli spetta, non mettiamolo in disparte, non facciamolo diventare una comparsa, uno dei tanti che affollano la scena. Se Lui resta al centro, tutto acquista valore.

Nazareth è solo una tappa della missione. Ma una tappa importante perché proprio nel suo villaggio, tra la sua gente, egli rivela la sua identità, annuncia di essere lui il Messia che compie le antiche promesse. La parola risuona come una confidenza fatta agli amici, un privilegio concesso a pochi intimi. Oggi chiediamo la grazia di ascoltare e accogliere la proposta del Vangelo con la certezza che questa è la via della vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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