Eutanasia

Dichiarano di voler morire, ma quando la malattia si presenta cambiano idea

ospedale

(foto: @ sfam_photo - Shutterstock.com)

a cura della Redazione

Avevano dichiarato di voler ricevere un’iniezione letale nel caso di malattie che implicano la perdita di coscienza o che causano un coma, ma poi hanno fatto marcia indietro ritirando la domanda. In Belgio si contano già 382 casi.

Aumentano, in Belgio, le persone che in presenza di una malattia ritirano e stralciano la loro dichiarazione anticipata di eutanasia. Da quando questo tipo di testamento biologico è disponibile, permettendo di ricevere un’iniezione letale nel caso si venga colpiti da malattie che implicano la perdita di coscienza o che causano un coma, sono state firmate 170.942 domande.

Se 128.291 sono ancora valide, 42.651 sono scadute e non sono state rinnovate, ma solo in alcuni casi si tratta di persone nel frattempo decedute o che si sono dimenticati di rinnovare la firma (scade dopo cinque anni). 382 casi riguardano invece persone che, nel percorso, hanno cambiato idea.

Secondo i dati diffusi da De Standaard, al momento 382 persone in tutto hanno stralciato il testamento biologico, 98 solo negli ultimi due anni. Per Gert Huysmans, presidente della Federazione fiamminga delle cure palliative, il dato è interessante perché dimostra che “le persone si affrettano a riempire questi moduli quando sono ancora perfettamente sani. Quando però si trovano davanti alla realtà della malattia, cambiano come persone e guardano la propria condizione in modo diverso da come la consideravano prima”.

Questo dato apparentemente irrisorio, mostra invece quanto le ricadute sulla società di una normalizzazione dell’eutanasia, possano essere imprevedibili.

Non molto tempo fa l’Università di Cambridge ha pubblicato il primo studio interdisciplinare sull’esperienza belga della legislazione sulla fine della vita. Un testo che dovrebbe essere tradotto e diffuso anche in Italia.

Il Belgio ha legalizzato l’eutanasia nel 2002. Con i suoi 15 anni di esperienza offre insegnamenti chiari per altre giurisdizioni che stanno prendendo in considerazione la legalizzazione del suicidio assistito o dell’eutanasia. Uno di questi è che la legislazione che è stata promossa come necessaria per una maggiore chiarezza, trasparenza e controllo delle pratiche di fine vita, non ha soddisfatto le aspettative.

Una volta superata la barriera della legalizzazione, infatti, la pratica tende a sviluppare una dinamica propria da cui possono derivare conseguenze impreviste e inopportune. Ciò significa che l’unico modo sicuro per evitare queste conseguenze è resistere alle chiamate per legalizzare l’eutanasia o il suicidio assistito e invece investire nelle cure palliative, sottolineando al contempo la preziosità della vita umana.




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