14 settembre 2018

14 Settembre 2018

Il luogo dell’appuntamento

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,13-17)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

Il commento

Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo” (3, 14). La vicenda terrena di Gesù trova il suo sigillo nella croce, è questo l’evento centrale e decisivo di tutta la storia umana. Non è un incidente di percorso ma un passaggio obbligato. Il dolore spaventa e scandalizza, facciamo di tutto per evitare di passare per le strade cosparse di spine. La Scrittura invece annuncia che proprio la croce rappresenta la manifestazione più luminosa dell’amore di Dio, la fonte inesauribile da cui sgorga quella vita che irriga i deserti più aridi dell’umana esistenza. È piuttosto frequente ripetere che Dio ci ama e vuole comunicare a tutti il suo amore. Facciamo più fatica a proclamare che egli ha fatto della croce il luogo dell’appuntamento! La maggior parte delle persone cercano di evitare la croce, cercano di scansare tutto ciò che procura fastidi, preoccupazioni e sofferenze. I discepoli di Gesù invece sono chiamati a fare della croce,  quella inevitabile croce che accompagna i giorni terreni, un’esperienza pasquale. In questa luce anche la morte, invece di diventare un muro contro il quale s’infrangono le fragili speranze dell’uomo, diventa una strada, un passaggio oscuro che ci conduce all’incontro con Dio.

Il dolore ci trova sempre impreparati e tante persone non sono capaci di portare questo peso. Ma tante altre, e tra questi adolescenti apparentemente ancora fragili, hanno fatto della malattia una via di purificazione fino ad abbracciare la croce con un amore che umanamente appare impensabile. La cronaca purtroppo non si sofferma su queste vicende che invece hanno molto da dire ad una società impaurita e rassegnata. Queste esperienze, infatti, mostrano che la stanza del dolore è diventata una sorgente di speranza, il Calvario ha assunto già in questa vita i tratti luminosi del Tabor. Oggi chiediamo la grazia di non fuggire la croce e di imparare a condividere la sofferenza degli amici sapendo che in questa esperienza Dio ha nascosto qualcosa di grande e di bello.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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