19 settembre 2018

19 Settembre 2018

Come screditare Gesù

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,31-35)
In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

Il commento

È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!” (7,34). È interessante leggere questo brano nel contesto di un capitolo attraversata da una domanda: chi è Gesù? Una domanda che attraversa tutto il Vangelo e interpella ogni uomo. Nei versetti precedenti troviamo diverse risposte: il centurione che chiede a Gesù di guarire il servo malato, lo riconosce come un profeta che opera con la potenza di Dio (7, 1-10); a Nain, nella resurrezione del giovinetto egli appare come il Signore che vince la morte (7, 11-17). Nello stesso capitolo troviamo però anche le perplessità di Giovanni Battista che manda i suoi discepoli a chiedere chiarimenti (7, 18-20).  Da una parte la fede del centurione pagano e dall’altra le incertezze di Giovanni. Sullo sfondo appare l’ostinato rifiuto dei farisei che non hanno dato credito alla predicazione del Battista e manifestano una dura opposizione anche nei confronti di Gesù (7, 29-30). Come si può notare, ci sono modi diversi di guardare a Gesù. Le sue parole affascinano la folla ma non convincono tutti. Possiamo restare ammirati dinanzi ai gesti miracolosi ma non per questo diventare suoi fedeli discepoli. La Chiesa proclama che Gesù è “luce da luce” e afferma che la sua presenza rischiara ogni cosa. Ma tutto questo non è automatico. Gesù non impone nulla, anzi si espone al giudizio altrui, pur sapendo che le sue parole e i suoi gesti possono essere equivocati. La sua disponibilità a condividere la mensa vuol essere annuncio e manifestazione dell’amicizia che Dio vuole donare all’umanità. e invece viene interpretata come espressione di una ricerca sregolata di vino e cibo. Un modo grossolano ma efficace per presentarlo come un imbroglione e screditarlo agli occhi della gente. Se l’Innocente è stato bersagliato da critiche, non c’è da stupirsi se la Chiesa oggi viene accusata di tutti i mali possibili. Chiediamo la grazia di restare fedeli per dare la possibilità di incontrare Dio a coloro che cercano sinceramente la verità.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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