26 settembre 2018

26 Settembre 2018

Andate in pace

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,1-6)
In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

Il commento

Convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie” (9,1). Il verbo convocare [in greco synkaléō] contiene l’idea della chiamata. Una nuova chiamata che non solo conferma e rinnova la prima ma rappresenta un significativo approfondimento in quanto apre nuovi orizzonti. La missione non è una scelta ma è la risposta fedele e generosa all’appello di Dio. Stare in ascolto è l’attitudine fondamentale del discepolo ed la necessaria premessa per fare della vita un’avventura missionaria, cioè una comunicazione viva ed efficace del Vangelo che passa attraverso i canali ordinari della vita e le iniziative straordinarie che la comunità ecclesiale mette in campo. Chi si pone in ascolto di Dio non fatica riconoscere la sua voce e la sua preoccupazione per un’umanità smarrita e ferita. È questa l’esperienza che ha fatto Mosè quando ha incontrato Dio presso il roveto ardente: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto […] Perciò va’. Io ti mando dal faraone” (Es 3, 7-10). Il verbo convocare significa letteralmente chiamare insieme: non è il singolo che viene chiamato ma tutta la comunità. L’evangelista fa esplicito riferimento ai Dodici, immagine della Chiesa. La disponibilità dei singoli matura nel contesto di una comunità che si sente chiamata e inviata.

Il testo evangelico si conclude così: “Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, annunciando ovunque la buona notizia e operando guarigioni” (9,6). Il racconto somiglia ad una liturgia. Ogni liturgia, infatti, è una convocazione ecclesiale, in ogni celebrazione risuona forte la parola di Dio che chiede di mettersi in cammino. Ogni Messa si conclude con il mandato missionario: “Andate in pace”. Non c’è vera Eucaristia se manca la missione, è un rito vuoto se non fa nascere in ogni cuore l’ansia e l’urgenza di annunciare il Vangelo, in opere e parole. Gesù ci chiede di essere nel mondo il prolungamento visibile della sua presenza. I discepoli vanno pieni di gioia perché hanno una bella esperienza da raccontare. È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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