28 settembre 2018

28 Settembre 2018

Il luogo dello svelamento

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,18-22)
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

Il commento

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare” (9,18). Il dialogo avviene subito dopo il miracolo dei pani (9, 10-17), un evento che ha suscitato nella folla un grande stupore e un comprensibile entusiasmo che certamente contagia anche i discepoli. È una premessa necessaria per comprendere sia la domanda che la risposta. Quel miracolo rappresenta infatti una tappa decisiva dell’autorivelazione di Gesù. Negli evangelisti Matteo e Marco questo brano viene inserito nella cornice geografica di Cesarea di Filippo, Luca invece non menziona alcun luogo geografico ma sottolinea che tutto avviene nel contesto della preghiera. L’introduzione è curiosa: l’evangelista infatti dice che Gesù prega, stando in disparte; ma subito dopo aggiunge che i discepoli sono con Lui. Da una parte vuole sottolineare che la preghiera del Maestro è ben diversa da quella dei discepoli, quando prega il Figlio di Dio entra in un luogo misterioso in cui, almeno per il momento, i discepoli non possono entrare. Eppure essi sono con Lui, restano sulla soglia ma assaporano il profumo di Dio.

La cornice orante non è un dettaglio marginale, a Luca piace sottolineare il ruolo della preghiera nella missione di Gesù (6,12,  9,28 ed altri). La preghiera è il luogo dello svelamento, lo spazio in cui risuonano gli interrogativi essenziali della vita e le risposte decisive. Nella preghiera possiamo riconoscere Gesù come il Cristo di Dio. Molte persone fuggono la solitudine come una peste, hanno paura di restare soli. Noi invece abbiamo bisogno di ritrovare spazi di silenzio e di solitudine per incontrare Colui che riempie la vita di Dio. Nel silenzio risplende la Parola e illumina il nostro cammino. “Il silenzio è morto e, scomparendo, ha trascinato con sé tutto ciò che costituisce il fondamento dell’essere umano”. Quest’amara constatazione, che diventa anche un’implacabile denuncia della civiltà odierna, viene da Susanna Tamaro. Oggi chiediamo la grazia di cercare e custodire i tempi di silenzio in cui possiamo gustare la dolcezza di vivere in compagnia di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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