1 ottobre 2018

1 Ottobre 2018

Immagine scandalosa

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11, 25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

Il commento

Imparate da me, che sono mite e umile di cuore [tapeinòs tē kardía]” (11,29). L’evangelista presenta Gesù come “umile di cuore”. Il vocabolo tapeinòs può anche essere tradotto con piccolo, il verbo corrispondente [tapeinoō] significa appunto abbassarsi nel senso di farsi piccoli (Mt 18,4). Paolo usa lo stesso verbo per indicare l’annientamento della croce: “umiliò [etapeínōsen] se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce” (2, 7-8). Anche Gesù dunque si è abbassato, è diventato piccolo, fino al punto da essere disprezzato come un malfattore. Un’immagine scandalosa per i nostri gusti: il nostro Dio non resta confinato nei Cieli eterei, dove tutto è vestito di purezza, non ha paura di perdere la sua grandezza. Così facendo, egli svela un segreto che l’uomo non può conoscere con la sua intelligenza: la vera grandezza si manifesta proprio nella piccolezza. Gesù “svela pienamente l’uomo all’uomo” (Gaudium et spes, 22). La piccolezza è una qualità sempre più rara ai nostri giorni, viene facilmente confusa con sottomissione o debolezza. Tutti vogliono diventare grandi, acquisire autonomia e potere. Teresa invece ha sposato la piccolezza proprio per essere sempre più conforme a Gesù. Nella sua ultima poesia si rivolge così alla Vergine Maria: “Madre amata, io nella mia piccolezza / come te possiedo in me l’Onnipotente. / Ma perché son debole io non mi turbo: / i tesori della madre vanno ai figli / e io son figlia tua, diletta Madre. / Mie sono le tue virtù, mio è il tuo Amore! / E quando in cuore mi scende l’Ostia bianca, / di riposar in te crede Gesù Agnello!” (P 54, 5).

All’ingresso della maestosa basilica di Lisieux, dedicata a santa Teresa, in alto sul grande portale, troviamo a lettere cubitali questo versetto evangelico: “chi si esalta sarà abbassato e chi si fa piccolo sarà esaltato” (Lc 18,14). In queste parole troviamo un’efficace sintesi della parabola teresiana: proprio lei, che ha scelto la piccolezza, ha ricevuto gli onori riservati ai grandi santi. A chi dona tutto, il Signore dona molto di più…



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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