Aborto

Sei un volontario per la vita? Preparati alla persecuzione…

Padre Fedelis

di Giovanna Abbagnara

Manette, insulti, porte in faccia, denunce. Per delinquenti senza scrupoli? No, semplicemente perché hai dato voce al bambino nel grembo materno.

Questi sono i fatti di cronaca degli ultimi mesi: New York – sabato 29 settembre padre Fidelis Moscinski frate francescano è stato arrestato insieme ad altre quattro persone per aver parlato alle donne in una clinica abortiva consigliando loro di tenere i bambini anziché sottoporsi all’IVG. La notizia è riportata dal LifeSiteNews. Cosa ha fatto scattare le manette per queste cinque persone? Essere entrati con delle rose in mano nel Pilgrim Medical Center del New Jersey e parlare alle madri in procinto di abortire. Ogni rosa recava un biglietto con un messaggio: “Sei stata creata per amare ed essere amata. La tua bontà è più grande delle difficoltà della tua situazione. Le circostanze nella vita cambiano. Una nuova vita, per quanto piccola, porta la promessa di una gioia irripetibile”.

Napoli – 14 agosto, con una delibera a firma del direttore generale Mario Forlenza, l’Asl Napoli 1 stipula una convenzione con l’associazione «Parrocchia per la vita» al fine di dissuadere le donne dalla pratica dell’IVG e sostenerle per rimuovere le cause che le hanno spinte alla dolorosa decisione. Tutto questo in piena sintonia con l’art. 2 della legge 194/78 lì dove si precisa che “i consultori familiari delle Asl devono contribuire a far superare le cause che inducono o che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza e che possono avvalersi per tale obiettivo della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”. Immediata la reazione di alcune associazioni locali ma anche di medici dell’Anaao Assomed e dei professionisti che lavorano nei centri Ivg degli ospedali San Paolo e Loreto che chiedono che la delibera sia ritirata.

Quando ai cancelli dell’ospedale Loreto si è presentato il sacerdote che anima l’associazione, i medici lo hanno messo alla porta. Stefania Cantatore dell’Unione Donne Italiane ha dichiarato: “Se si presentasse al San Paolo [i medici] sono pronti a chiamare i carabinieri. Noi, se De Luca (presidente della Regione Campania) non fa ritirare la delibera, siamo pronte ad andare in Procura con una denuncia per violazione della legge 194 e induzione all’aborto clandestino”.

Sono una volontaria per la vita ma non intendo fare demagogia. Per cui mi limiterò a dire che almeno per quello che riguarda l’Italia già molto tempo prima che fosse introdotta la legge 194 erano attivi molti organismi con la finalità di aiutare le gestanti in difficoltà. Nel 1969 a Firenze fu scritto lo statuto dei centri di aiuto alla vita con la finalità primaria di prevenire l’aborto volontario: “evitando che il dramma della decisione per la maternità o per l’aborto debba essere vissuto dalla donna in totale solitudine; creando premesse concrete perché ogni vita iniziata possa essere accolta: rendendo insomma effettiva la libertà di non abortire”. Oggi i Cav sono circa 300. Sotto il profilo giuridico la loro attività è sancita dall’art 38 della nostra Costituzione che afferma la libertà di assistenza. Inoltre gli artt. 3 e 20 della stessa garantiscono una fruttuosa collaborazione tra strutture statali e non statali. Questi principi costituzionali si trovano riaffermati nella legge 883/1978 istitutiva del Servizio Sanitario nazionale (art. 1) e nella legge 194/1978 (art. 2). In questi articoli si prevede la collaborazione dei consultori pubblici con le formazioni sociali di base e le associazioni di volontariato.

Detto questo, forse è il caso di aggiungere che nel 2016 sono nati grazie ai CAV e all’impegno dei volontari per la vita 8301 bambini che sommati agli altri nati dal 1975 dà un totale di 190.000 bambini.

Non c’è bisogno di aggiungere altro. Anche solo un bambino nato vale tutto l’impegno dei volontari.

 




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