CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

La celebrazione nuziale dopo una lunga convivenza che valore ha?

8 Ottobre 2018

matrimonio

Una coppia di nubendi ha deciso di celebrare le nozze dopo una lunga convivenza: “Avreste potuto smarrire la via che conduce alla vita ma, grazie alla vostra tenacia e alla presenza di una comunità che vi ha accolto e accompagnato, oggi siete entrambi disposti a fare della coppia e della famiglia un luogo sacramentale”.

Caro don Silvio,
stiamo percorrendo questi ultimi passi del nostro fidanzamento accompagnati da Tonino e Giovanna che ci hanno aiutato a pregustare tutti i momenti della celebrazione permettendoci di entrare poco a poco in questo grande mistero con maggiore consapevolezza. Abbiamo atteso tanto prima di comunicare le letture scelte, perché volevamo che ci rappresentassero in tutto.

Siamo ben consapevoli degli errori che abbiamo fatto ma sappiamo che possiamo sempre contare sulla misericordia di Dio. Per questo, come prima lettura abbiamo scelto un brano del profeta Ezechiele, che annuncia quella purificazione che noi desideriamo ricevere e ci dà la certezza che Dio è pronto a cambiare il nostro cuore di pietra. Il salmo invece ci ha trasmesso l’amore di questo Dio che ci accompagna e ci protegge. Non è stato facile scegliere il Vangelo più adatto, non riuscivamo a trovare ciò che il cuore suggeriva. Marco, il mio fidanzato, ha deciso di intraprendere, assieme a me, un cammino di fede, il nostro impegno vuole essere quello di creare un’amicizia con Gesù proprio come Marta e Maria e di rifugiarci in Lui quando ci saranno zone di ombra. Betania rappresenta il luogo in cui Gesù si sente tra amici proprio come una chiesa domestica un luogo di ristoro e a me dà l’idea delle nostre comunità, delle oasi e della bellezza di incontrarci e sapere di trovare pellegrini come me. Lazzaro nella tomba rappresenta noi, cristiani un po’ tiepidi che riempiamo la Chiesa di mediocrità e di peccato. E poi c’è la professione di fede di Marta che racchiude dopo tutte queste parole la cosa essenziale e cioè la resurrezione.

Spero di aver dato un minimo di senso alle parole scritte e che sono riuscita a trasmetterti le intenzioni del cuore dimmi se va bene e cosa ne pensi. Ti ringraziamo per averci accompagnato con una paternità che ci ha fatto sempre sentire amati da Dio e che non ci hai mai fatto sentire estranei nella comunità ecclesiale. Alla tua preghiera affidiamo il nostro ancora fragile amore.

Emy e Marco

 

Cari amici,

siamo alla vigilia delle nozze, un appuntamento atteso e preparato pazientemente, per molti amici e parenti la liturgia (quella che loro chiamano cerimonia) è solo la formalizzazione di un evento, un passaggio doveroso che regolarizza una situazione. Per noi, invece, e per tutti quelli che credono, la celebrazione nuziale è il luminoso sigillo di un’esperienza affettiva, rappresenta la conferma decisiva che quest’avventura ha il timbro di Dio. È un punto di arrivo ma diventa anche un punto di partenza: il primo passo di un nuovo e più impegnativo cammino: celebrare le nozze per noi significa accogliere la grazia che purifica, fortifica e… manda. In questi ultimi mesi di preparazione, sapientemente accompagnati da sposi che hanno accumulato una grande esperienza di vita e di fede, avete compreso che celebrare il sacramento non significa ricevere qualcosa ma acquisire una nuova identità. Siatene certi e scrivete bene queste parole nel cuore: la liturgia nuziale vi chiama a diventare ambasciatori di Dio.

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Voi arrivate alla celebrazione nuziale dopo un cammino tortuoso e non privo di errori. Lo sapete bene, non è una cosa di cui vantarsi ma neppure da nascondere. Non era questa la strada tracciata da Dio ma il Signore è così buono da trasformare anche il deserto in un giardino. Avreste potuto smarrire la via che conduce alla vita ma, grazie alla vostra tenacia e alla presenza di una comunità che vi ha accolto e accompagnato, avete custodito il Vangelo, anzi oggi siete entrambi disposti a vivere il cammino di fede, a fare della coppia e della famiglia un luogo sacramentale, uno spazio sacro che appartiene a Dio. Quanto è buono il Signore! Non solo non vi ha abbandonato, non solo ha posto angeli sul vostro cammino ma oggi si dichiara pronto a rifare con voi una storia nuova. È pronto a dare un cuore nuovo, capace di amare secondo quella carità che Gesù ci ha rivelato.

Teresa di Lisieux ha coscienza di non aver mai commesso nessun peccato mortale. E tuttavia, per una grazia particolare, ha sperimentato la misericordia di Dio. Per questo può scrivere con tutta certezza: “Sì, lo sento, anche se avessi sulla coscienza tutti i peccati che si possono commettere, andrei, con il cuore spezzato dal pentimento, a gettarmi tra le braccia di Gesù” (Ms C 36v). Sono le ultime parole della sua autobiografia e sono come una firma, il sigillo del suo cammino interiore. Scegliete Teresa come compagna di viaggio, affidatevi alla sua intercessione, chiedete la grazia di fare la stessa esperienza della misericordia divina per diventare testimoni e annunciatori dell’amore che sana e salva.

Carissimi, so bene che questi anni vi hanno fatto maturare, oggi avete un’umile consapevolezza dei vostri limiti. Non venite in chiesa con l’arroganza di chi pretende qualcosa ma con l’umiltà di chi chiede tutto pur sapendo di non aver diritto a nulla. “Signore non sono degno ma dì soltanto una parola ed io sarò salvato”, ripetiamo nella Messa prima di accostarci alla mensa eucaristica. Riconoscere il peccato che dimora in noi è il primo passo per fare un vero cammino di fede. Quanto più siamo umili, tanto più Dio ci ricolma di grazia, purifica il cuore e ci fa rialzare. L’incontro con Dio diventa perciò una nuova creazione.

In questi giorni papa Francesco, incontrando gli operatori della pastorale familiare, ha chiesto di “avviare un serio cammino di preparazione al matrimonio”. Ed ha specificato che “gli ambiti della pastorale familiare sono sempre più vasti e non possono non comprendere, incontrare e accogliere anche quei giovani – e meno giovani – che scelgono di convivere senza sposarsi”. È un appello che abbiamo già accolto e messo in pratica. In questi anni vi abbiamo accompagnato senza false indulgenze e senza sconti, senza mai nascondere che la situazione di convivenza, che avevate scelto, non era conforme alle attese di Dio. Vi abbiamo dato fiducia e abbiamo atteso con pazienza che il seme potesse germogliare.

Leggi anche: È sufficiente il corso di preparazione al matrimonio? Il Papa dice “no”

Tra pochi giorni entrerete insieme nella chiesa per sigillare questo cammino. Avete scelto di celebrare le nozze nella cornice dei Santi Angeli Custodi: lasciatevi guidare da questi celesti messaggeri di Dio, non eviterete il deserto ma avrete la certezza di giungere alla terra promessa. Ed è quello che vi auguro con tutto il cuore. Vi abbraccio con affetto.

don Silvio




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