Vita

“È giusto fare fuori una vita umana per risolvere un problema?”, parola di papa Francesco

Papa Francesco

(Foto: © giulio napolitano - Shutterstock.com)

di Giovanna Abbagnara

Una catechesi sul comandamento "Non uccidere", una parola chiara in tema di aborto. Certo qualcuno dirà: “È il papa, cosa ci aspettiamo?”. Io risponderei che ci aspettiamo un po’ di libertà di espressione e il coraggio di guardare negli occhi i figli speciali.

“Come può essere civile un atto che sopprime la vita nel grembo?”, parole chiare, decise comunicate con la sua solita accorata fermezza quelle pronunciate da papa Francesco nell’Udienza generale  del 10 ottobre. Parole che sembrano mettere un sigillo alle vicende di questi giorni a Roma e a Verona. “Un approccio contraddittorio consente anche la soppressione della vita umana nel grembo materno in nome della salvaguardia di altri diritti. Ma come può essere terapeutico, civile, o semplicemente umano un atto che sopprime la vita innocente e inerme nel suo sbocciare? Io vi domando: è giusto fare fuori una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Non si può, non è giusto fare fuori un essere umano, benché piccolo, per risolvere un problema. È come affittare un sicario per risolvere un problema”. Non si può dire certo che il papa usi parole suggestive o metafore camomilla. Riporta una realtà e una verità in nome della quale proprio in questi giorni alcuni giovani di Universitari della Vita davanti al dipartimento di Lettere della Sapienza sono stati insultati e cacciati via, accusati di ledere i sentimenti di alcune studentesse qualora avessero scelto di abortire e definendo, sulla pagina facebook Link Sapienza, l’azione una “propaganda retrograda, conservatrice e fascista e l’informazione pseudoscientifica diffusa tanto da questi movimenti, quanto dallo stesso governo”. Cari studenti della Sapienza dovete aggiungere alla lista anche il papa stando alle sue dichiarazioni in tema di aborto. Ma perché un modellino di feto alle 12sima settimana di gestazione turba così tanto le coscienze? Perché mai si reclamano per Carla Padovani, capogruppo del Pd le dimissioni solo perché ha votato a favore della mozione contro l’aborto sottoponendola quasi ad un linciaggio mediatico in nome del suo essere cattolica? Pochi giorni orsono a Napoli, davanti a due noti ospedali, alcun i gruppi pro aborto si erano scagliati contro un’associazione prolife, che dopo regolare convenzione con l’ASL, voleva rendere il suo servizio nei suddetti nosocomi per aiutare le donne a non abortire.

È in atto un tentativo di zittire la vita, di silenziare la voce del mondo cattolico, di chiudere gli occhi di fronte alla verità. Per grazia di Dio c’è chi ci ricorda la bellezza della vita anche nella sua “imperfezione” secondo la cultura dominante. Sempre nell’Udienza il papa ha, infatti, ricordato i tanti genitori di figli disabili: “Pensiamo, ad esempio, a quando si scopre che una vita nascente è portatrice di disabilità, anche grave. I genitori, in questi casi drammatici, hanno bisogno di vera vicinanza, di vera solidarietà, per affrontare la realtà superando le comprensibili paure. Invece spesso ricevono frettolosi consigli di interrompere la gravidanza, cioè è un modo di dire: “interrompere la gravidanza” significa “fare fuori uno”, direttamente”. È vero mille paure oltrepassano il cuore di chi scopre che il figlio che porta in grembo reca con se i segni di una malattia, eppure non possiamo risolvere tutto frettolosamente con l’aborto. Io vedo tanti amici custodire questi figli speciali come perle preziose. Come C. con la sua S., una vera combattente. Non si è mai arresa davanti alla malattia della figlia. Sapeva che non sarebbe stata mai una bambina “normale” eppure parla con orgoglio dei piccoli progressi come cominciare a leggere qualcosa nel suo linguaggio dai grandi libroni fatti apposta per lei. O come G. definito da A. e S., i suoi genitori, un dono di grazia che permette loro di aprirsi ancora di più alla carità. Certo che li ho visti piangere o scoraggiarsi questi amici. E chi lo dice che la disabilità è semplice? Chi desidererebbe essere al loro posto? Eppure andate a dire loro se immaginano la vita senza S. o senza G.. “Come può essere terapeutico, civile, o semplicemente umano un atto che sopprime la vita innocente e inerme nel suo sbocciare?” ha detto papa Francesco. Forse dovremmo alzare solo un po’ lo sguardo. Uscire fuori, guardare a quanta bellezza imperfetta c’è nel mondo e a quanto tutto sarebbe più triste senza questi figli speciali. Che siano allora benedette le azioni di tanti che si impegnano per la vita!Persone che non hanno paura di spendere il loro tempo, le loro energie, di essere insultati o cacciati fuori. “La vita vulnerabile ci indica la via di uscita, la via per salvarci da un’esistenza ripiegata su sé stessa e scoprire la gioia dell’amore. E qui vorrei fermarmi per ringraziare, ringraziare tanti volontari, ringraziare il forte volontariato italiano che è il più forte che io abbia conosciuto. Grazie”. Grazie a te, papa Francesco che ci ricordi le ragioni del nostro impegno.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.