Aborto fai da te

“Aid Access” il portale per aborti fai-da-te

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a cura della Redazione

Basta un test di gravidanza positivo per iniziare la procedura. Niente esami, niente ecografie, nessuna analisi. Una pillola, forse due e se proprio l’aborto non viene bene, si consiglia di correre all’ospedale più vicino. Sono le indicazioni che si leggono sul portale “Aid Access” il bugiardino dell’aborto fai-da-te.

Si chiama Aid Access l’ultimo modello dell’ingegneria abortista ed è un sito che offre possibilità di abortire a tutte quelle che per qualsiasi ragione, non possono farlo.

Il portale, che sta spopolando nel Stati Uniti, è stato fondato dall’attivista abortista olandese Rebecca Gomperts, già nota per aver aiutato più di 70 mila donne ad abortire con la sua Woman on Waves, cliniche galleggianti che eseguono aborti in acque internazionali a bordo di imbarcazioni, così da eludere il sistema normativo di uno Stato. Ma non basta, la Gomperts ha messo a punto anche Woman on Web, che fornisce pillole abortive via web o via drone dove l’aborto è illegale.

Da qui “Aid Access” un sito dedicato all’aborto fai da te. Per la serie: “Hai un problema? Lo risolviamo noi”. Il nuovo portale, in sintesi, si propone di fornire pillole abortive di mifepristone e misoprostolo a “donne, transessuali e ragazze” per le quali “è molto difficile accedere all’assistenza per l’aborto a causa del costo dell’aborto, dei periodi di attesa obbligatori di 24-72 ore, del requisito del consenso dei genitori per i minori”. L’aborto fai-da-te è sicuro, spiegano sul portale: “I rischi di un aborto medico sono gli stessi di un aborto spontaneo. Circa il 15% di tutte le gravidanze termina in un aborto spontaneo. Questi aborti non avvengono in ospedale ma di solito a casa”. Al contrario il rapporto della FDA, che ha esaminato un milione e mezzo di donne che dal settembre 2000 all’aprile 2011 hanno usato il mifepristone, segnala invece 2.207 “casi avversi”, tra cui 14 decessi, 612 ricoveri, 58 gravidanze extrauterine, 339 emorragie da trasfusione e 256 casi di infezione di cui 48 gravi.

Secondo Aid Access invece un aborto “può essere fatto tranquillamente a casa” fino alla 10 settimana di gravidanza. In realtà non esiste alcuna conferma che chi assuma i farmaci si trovi in uno stato di gravidanza, nessuna ecografia, esame dell’urine, analisi del sangue, nessuna visita di un medico. Basta eseguire un test di gravidanza, compilare un format, tutto basato sulle informazioni autodenunciate dalla paziente (settimana di gestazione, assenza di allergie a misoprostolo o mifepristone, motivazioni per cui eseguire l’aborto), avere un ospedale nei paraggi raggiungibile nel giro di un’ora e leggere e stampare le informazioni per avviare la procedure.

Il costo per le pillole è di circa 95 dollari, ma, niente paura, il sito aiuterà coloro che non possono permetterseli. Sono segnalate anche le “complicazioni” come quella di “aborto incompleto” (rischio del 2 per cento). E se c’è un problema, “puoi andare in ospedale o da qualsiasi dottore e dire che hai avuto un aborto spontaneo. Il medico ti tratterà come se avessi un aborto spontaneo”. Qualora fosse necessario andare in ospedale, “il medico non sarà in grado di vedere o testare alcuna prova di un aborto, a patto che le pillole si siano completamente dissolte. Se hai usato il misoprostolo sotto la lingua, come consigliato dal nostro protocollo, le pillole dovrebbero essere sciolte in 30 minuti. Se prendi le pillole per via vaginale, devi controllare con le dita per assicurarti che siano sciolte”.

Dulcis in fundo, se la procedura non avesse portato all’aborto: “Consigliamo alle donne di sottoporsi ad aborto chirurgico o medico per interrompere la gravidanza”, anche perché “il misoprostolo può aumentare il rischio di malformazioni fetali”.




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